C’è chi lo ha preso e lo ha lasciato cadere nelle piccole pozzanghere che si formano spesso in quel cortiletto dal pavimento sconnesso. E c’è chi lo ha palesemente strappato quel manifestino che ripete slogan che hanno il gusto amaro del razzismo. Sì, perché nel tempio laico della formazione, dove si aiutano gli studenti ad allargare gli orizzonti, distribuire volantini che vogliono creare muri sulla base delle origini è davvero inaccettabile. E fare di una messa per delle vittime della violenza una sorta di slogan ideologico? Evidentemente pure.
Da Comiso a Ragusa, però, Casapound registra sonore prese di distanza.
Andiamo per ordine. Mercoledì mattina, Liceo classico di Ragusa, prima del suono della campanella, nel piazzale antistante la scuola quattro aderenti a Casapound distribuiscono volantini con le loro idee elettorali. È possibile far propaganda davanti alle scuole? Pare di sì, basta una comunicazione alla Questura, da dove fanno sapere che non c’era motivo per un diniego.
Gli studenti stupiti, alcuni indignati, altri curiosi entrano in classe, facendo coriandoli di quel manifestino. Due ragazze della scuola (genitori stranieri, loro cresciute qui, perfettamente integrate, studiano greco e latino, parlano l’italiano decisamente meglio di tanti ragazzi ragusani doc) non ricevono il volantino. Si ha l’impressione che vengano ‘snobbate’ appositamente dai militanti. C’è chi prova a capire il perché, ma il motivo pare contenuto in quello stesso volantino: italiane, secondo quella logica, non dovranno esserlo mai.
La reazione degli studenti è esemplare: buttano i fogli, fanno spallucce, entrano in classe.
Interviene l’Anpi, che svela anche un dettaglio sull’accaduto.
Qualche giorno prima della ‘visita’ dei militanti di Casapound, alcuni studenti, “nel manifestare la loro opinione sui gravissimi fatti di Macerata, avevano deciso di affiggere sui muri della scuola un manifestino in cui sopra la svastica nazista era stato apposto il simbolo del divieto”. La ‘visita’ di Casapound era in qualche modo legata a questo gesto dei ragazzi che si sono apertamente schierati contro la violenza? Non si sa.
In ogni caso l’Anpi esprime solidarietà “ai ragazzi che hanno protestato contro una iniziativa di proselitismo dal sapore antidemocratico e razzista” e “stigmatizza l’operato di chi, chiamato a tutelare un regolare svolgimento del dibattito democratico e costituzionale, ha consentito che venissero veicolati messaggi politici divisivi in materia di diritti civili e contrastanti con i principi fondanti dell’ordinamento costituzionale di uguaglianza tra gli uomini”.
Dal ‘tempio’ laico a quello religioso. Casapund aveva diffuso la notizia della celebrazione di una messa per le vittime delle foibe. Si sarebbe dovuta celebrare a Comiso domenica. Il parroco ha annullato quella commemorazione, ma per le vittime si pregherà lo stesso.
“La richiesta – spiega il parroco del Santuario dell’Immacolata di Comiso, don Biagio Aprile – è pervenuta in modo improprio sia nelle modalità che nei contenuti.
Questo Santuario non ha rilasciato alcuna disponibilità a procedere nell’iniziativa come si evince dalle locandine diffuse ampiamente dai social network. La Chiesa Cattolica è vicina a tutte le persone vittime di ingiustizia di ogni tipo e forma e nella celebrazione eucaristica ricorda i nostri cari defunti e riserva loro un momento di prece affidandoli alla misericordia di Dio rinsaldando, così, i legami di affetto nutriti quand’erano tra noi su questa terra, cosa che sarà fatta domenica prossima durante la preghiera dei fedeli della S. Messa vespertina.
Altre motivazioni o finalità che esulano da questo contesto liturgico non sono ammissibili, ne tanto meno riconosciute perché alterano la loro finalità, tanto più se sottendono a motivi di natura ideologica e/o politica”.