Hanno deciso di incontrarsi tutti insieme per pianificare come affrontare la grave situazione e decidere il da farsi senza escludere possibili azioni legali.
Sono le famiglie degli alunni con disabilità sensoriali della provincia di Ragusa che continuano a chiedere chiarezza e soprattutto una risoluzione alla situazione venutasi a creare dalla ripresa dell’anno scolastico a gennaio. Gli alunni con disabilità sensoriali, ipovedenti e audiolesi, delle scuole della provincia di Ragusa, infatti, a partire dal primo giorno di scuola del 2018 si sono visti ridurre i servizi scolastici e extrascolastici per i propri figli sordi e ciechi, vedendo così negato il diritto allo studio. Alle paure e perplessità esposte dalle famiglie all’Ente provinciale, si erano sentite rispondere che nulla sarebbe cambiato.
Invece, con il nuovo anno sono arrivate le comunicazioni ufficiali di riduzione e soppressione dei servizi. Proprio in questi giorni i Comuni di Ragusa, Modica, Scicli, Pozzallo e Ispica stanno attivando, dopo quasi un mese, il servizio scolastico ma resta esclusa l’assistenza pomeridiana. Unica eccezione il Comune di Comiso che ha garantito il proseguimento dell’intero servizio giornaliero. Mentre Vittoria resta ancora ferma al palo, senza nessun tipo di servizio. Rimane il problema della mancanza dell’assistenza pomeridiana che, secondo gli enti comunali, resterebbe di competenza della Provincia, mentre quest’ultima, rifacendosi ad una Legge regionale “ambigua”, si svincola del servizio.
Concetta Colombo, mamma del piccolo Karol Scolaro, bambino di 6 anni audioleso, chiede che si faccia chiarezza sulla situazione che penalizza gravemente suo figlio e gli altri bambini della Provincia affetti da disabilità sensoriale. “Abbiamo chiesto che in questa fase di mancanza di chiarezza, la Provincia garantisse almeno per questo anno scolastico, la continuità del servizio. Ci avevano garantito che non sarebbe cambiato nulla e, invece, la Provincia ha passato ai Comuni tutte le competenze e tutta la documentazione sui nostri figli, senza nessun rispetto della nostra privacy, contro ogni diritto”.
“Il problema è la Legge regionale, che non è chiara e ogni Provincia l’ha applicata in modo differente da Palermo a Catania, ci sono state differenti applicazioni– spiega Liana Galesi, dell’Associazione Integra che gestisce il personale di assistenza alla comunicazione che si è visto drasticamente ridotto il numero delle ore lavorative – Ragusa, in modo drastico, ha ceduto tutto il servizio ai Comuni, anche se nella Legge non è così specificato. Tutto questo nonostante i fondi a dicembre ci fossero, ma sono stati poi veicolati per i servizi agli altri disabili. Così diventa un’assurda guerra tra poveri. Non vogliamo ovviamente questo ma il diritto allo studio e all’assistenza per questi bambini deve essere tutelato!”