“A circa 30 anni dall’ultima edizione, torna il Carnevale Modicano e la città si riappropria della festa più divertente dell’anno”, annuncia il sindaco Ignazio Abbate.
“Ma il primo cittadino ha la memoria davvero corta”, gli rispondono polemicamente il suo predecessore Antonello Buscema insieme a coloro che sono stati rispettivamente il suo assessore e il suo consulente per la cultura, Anna Maria Sammito e Antonio Sichera.
A scatenare la polemica sono state appunto le modalità con cui il primo cittadino ha annunciato il programma del Carnevale di quest’anno: “Con grande soddisfazione – aveva detto Abbate – riportiamo il Carnevale a Modica. Una festa pensata per grandi e piccini che potranno godere del nostro centro storico in un’atmosfera ricca di divertimento. Questa non è una conquista da poco visto cosa è stata la festa di Carnevale a Modica negli ultimi anni. Ricordo un corso Umberto trasformato quasi in un campo di battaglia da bande di ragazzi che poco e nulla avevano a che fare con lo spirito carnevalesco. Nell’organizzare il Carnevale Modicano 2018 abbiamo avuto un solo scopo: riportare le famiglie in piazza come si faceva negli anni 80. Allo stesso tempo abbiamo inteso valorizzare le tantissime risorse locali che stanno lavorando intensamente per rendere speciale questi giorni di festa”.
Buscema, che da diverso tempo ormai non interveniva nella vita politica della città, insieme alla Sammito e al prof. Sichera, gli ha perciò dovuto rispondere: “Ci tocca fare necessariamente da supplenti al sindaco in quella responsabilità di custodia della memoria della città, ricordando che il recupero dell’autentica tradizione del Carnevale, con e per i bambini, è stata una delle linee costitutive del progetto “Nel Solco della Tradizione”, programmato e portato avanti dall’Amministrazione Buscema dal 2009 al 2013 e poi biecamente destrutturato da questo sindaco (come se fosse obbligatorio, per ogni nuovo amministratore, privare la città di ognuna delle cose, anche buone, pensate dal precedente). Se ora si riscopre l’esigenza di riportare le famiglie in piazza, non c’è alcun bisogno di andare indietro di trent’anni: ne bastano cinque affinché Abbate si accorga che, se nel frattempo queste famiglie in piazza non ci sono più state, la responsabilità è solo sua e della sua sistematica opera di depauperamento della tradizione, della memoria condivisa, dei processi collettivi di costruzione di un’identità consapevole dei cittadini, a partire dai più piccoli. Ma siamo sicuri che queste stesse famiglie abbiano ancora ben stampata negli occhi e nel cuore, viva e colorata, la bellezza delle sfilate organizzate dalle scuole per il Carnevale dei bambini dal 2009 al 2013, quello del progetto ‘Nel solco della tradizione’, realizzato grazie alla preziosa collaborazione di Marcella Fragapane: sfilate con uno sfondo narrativo – quello di Pinocchio, Peter Pan, Alice nel Paese delle Meraviglie –, a cui centinaia di bambini lavoravano per mesi interi insieme ai loro genitori, ai loro insegnanti, agli scout, a tutti coloro che – volontariamente e gratuitamente – avevano voglia di partecipare non ad un evento ma ad un percorso. E tra loro ci teniamo particolarmente a ricordare il ruolo determinante del Liceo Artistico e quello degli insegnanti delle attività integrative, che Abbate ha spedito negli uffici spesso a non far nulla. Forse – concludono Buscema, Sammito e Sichera – Abbate riuscirà (dopo non trenta ma dopo i suoi cinque anni) a riportare le famiglie in piazza, ma di certo non a vincere la ben più ambiziosa sfida di un Carnevale che appartenga veramente alla città e ai suoi bambini”.
[Fonte La Sicilia]