Nuovo bando pubblico per il Chiosco di Piazza dell’Unità d’Italia. Il Comune di Ispica fa sapere che, dopo aver proceduto alla risoluzione del contratto con la ditta aggiudicataria, ha richiesto, “scorrendo la graduatoria esistente, alla ditta Milana di confermare l’interesse alla locazione della struttura. Preso atto della mancata formale accettazione, gli Uffici Comunali preposti procederanno ad indire un nuovo bando pubblico per la locazione del chiosco”.
La sintetica nota diramata dal Sindaco Pierenzo Muraglie riaccende i riflettori, dopo circa due anni di calma apparente, sulla querelle tra il comune di Ispica e la famiglia Milana. Una diatriba che, nel periodo finale della legislatura dell’ex primo cittadino, Piero Rustico, ha vissuto momenti di tensione, tra pronunciamenti del TAR, scioperi della fame, proteste eclatanti in piazza e battaglie virtuali al grido di #iostoconimilana. In ultimo, nell’aprile 2015, il chiosco viene riaperto ma la gestione è affidata ad una cooperativa che si aggiudica il bando.
La famiglia Milana ha sempre sostenuto di aver acquistato quel chiosco, poi abbattuto dall’amministrazione comunale insieme a tutto quello che c’era in piazza quando si è trattato di effettuare i lavori di rifacimento. Stando alle dichiarazioni dei fratelli Uccio e Alberto e di mamma Delfina, il chiosco doveva essere restituito loro alla fine dell’opera di riqualificazione del centro, invece è stato affidato mediante bandi pubblici. Come l’ultimo, per l’appunto, annunciato ora dal sindaco Muraglie. E la risposta al vetriolo non ha tardato ad arrivare. “Subito balza agli occhi – si legge in un comunicato che fa riferimento alla nota del Sindaco – la sua magnanimità nell’aver contattato la famiglia Milana, chiedendo loro se fossero ancora interessati alla gestione dello stesso. Di tutta risposta, dice il comunicato, i Milana non hanno accettato, evidenziando, tra le righe, una certa colpa in ciò”.
I Milana confermano di essere stati contattati dal comune e di aver effettivamente ricevuto un’offerta per tornare in possesso del chiosco ma, continua la nota, “il comunicato non parla di altri interessanti argomenti: la struttura è stata offerta ai Milana al prezzo a cui l’aveva presa il primo aggiudicatario, cioè ad una cifra che i Milana NON hanno proposto né potrebbero mai offrire. I motivi per cui non potrebbero mai offrire questa cifra sono le semplici regole matematiche che con l’attuale prezzo di locazione preannunciano un sicuro fallimento dell’attività, come è d’altronde successo col precedente locatario. I Milana non hanno accettato non per mancanza di voglia, dunque, ma come nessuna persona capace di contare avrebbe fatto. Questa “offerta” quindi è stata un colpo basso sia per la famiglia Milana, che deve difendersi anche da questo Sindaco (come dal precedente), sia per gli ispicesi, perché si mette a bando una struttura sulla quale pende un ricorso al TAR”.
La famiglia fa sapere di avere intenzione di aspettare la fine del processo, poi ammonisce: “Nel frattempo, i cittadini che vogliono presentarsi per questo bando sappiano che partecipare è come comprare una macchina con il fermo amministrativo, una casa ipotecata, una cosa che potrebbe poi rivelarsi di altri”.