Niente occupazione di Palazzo Iacono e niente manifestazione di protesta, domani, davanti al tribunale di Ragusa. Le due iniziative annunciate ieri dal Presidente del Movimento Riscatto, Maurizio Ciaculli, per denunciare le modalità con le quali è stato eseguito, ieri poco prima dell’alba, lo sfratto della famiglia Trigona – Genovesi, non sono state autorizzate.
“Il Sindaco Moscato non ha autorizzato l’occupazione – spiega Ciaculli – ma si è detto, comunque, disponibile a collaborare e ha chiamato il Prefetto Librizzi per chiedere un incontro. Attendiamo la convocazione per i prossimi giorni, perché è comunque un passaggio istituzionale che va fatto, ma sappiamo già che non servirà a nulla”.
Ciaculli e il legale della famiglia Trigona – Genovesi, l’avvocato Riccardo Lana del foro di Gela, si sono incontrati oggi per valutare se, nell’esecuzione dell’azione di ieri mattina, ci sia stato abuso di potere e se ci siano gli estremi per portare tutto alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Stando al suo racconto, infatti, intorno alle 5.30, quando il marito è uscito di casa, le forze dell’ordine lo hanno bloccato e portato in Commissariato. Poi hanno usato le sue chiavi per entrare in casa e far uscire i familiari. “Una mossa, ci ha detto l’ufficiale giudiziario – dichiara ancora Ciaculli – prevista dal protocollo, che viene applicato in casi in cui si potrebbero creare problemi di sicurezza e ordine pubblico, dato che il signor Trigona aveva più volte minacciato di barricarsi in casa e di darsi fuoco, piuttosto che uscire dall’immobile perso all’asta”.
La famiglia da ieri si trova in un appartamento di via Roma messo a disposizione dal Comune. Rientrare nella casa di via Anna Magnani è impossibile, neanche per prendere i beni di prima necessità. Per il 22 febbraio è in programma la convocazione tra le parti al tribunale di Ragusa.
Anche a Comiso ieri è arrivato l’ufficiale giudiziario, tornato a casa della signora Rosetta Di Pasquale ma andato via senza eseguire lo sfratto. La donna, vedova e madre di due figlie, infatti, pare abbia trovato un accordo con la persona che ha comprato all’asta la sua casa, per riacquistarla tornarne in possesso.