Giornata davvero pesante in provincia di Ragusa per quanto attiene la battaglia contro gli sfratti e le aste giudiziarie. La situazione più delicata a Vittoria, dove stamattina, alle 5.30, con modalità che il movimento Riscatto definisce “scandalose”, è stata messa alla porta la famiglia Trigona – Genovesi. Di lei si era parlato l’ultima volta a novembre, quando lo sfratto era stato rimandato. L’immobile di via Anna Magnani, del valore iniziale di circa 200mila euro, è stato venduto, anzi svenduto all’asta lo scorso ottobre a circa 38mila. “Questa mattina le forze dell’ordine hanno atteso che il marito uscisse di casa – racconta Maurizio Ciaculli, presidente di Riscatto – poi lo hanno condotto in commissariato e successivamente sono tornati per far uscire anche la moglie e i figli, senza la possibilità di portare nulla con sé. La famiglia è stata trasferita in un appartamento di via Roma messo a disposizione dal Comune, ma privo di qualunque cosa. Abbiamo chiesto l’autorizzazione di rientrare nell’appartamento per andare a prendere almeno le cose più importanti, ma ci è stata negata dal delegato alla vendita”.
Alla luce di ciò, Ciaculli annuncia l’inizio dell’occupazione di Palazzo Iacono a partire da oggi pomeriggio e una manifestazione di protesta per venerdì, davanti al tribunale di Ragusa.
“Lasceremo questa abitazione solo dopo la morte – hanno più volte ribadito i coniugi Trigona – ci barricheremo e non usciremo più. In questa situazione noi non ci vediamo chiaro, ci sono delle anomalie. Chiediamo di attendere l’udienza del 22 febbraio 2018 per sapere come va a finire. Abbiamo denunciato delle irregolarità, e riteniamo che siano fondate”. Ma la data del 22 febbraio non è stata attesa.
Il secondo dramma a Comiso, a casa della signora Rosetta Di Pasquale, dove, fanno sapere i Forconi, “abbiamo ricevuto uno stranissimo inaspettato blitz del custode giudiziario in compagnia delle forze dell’ordine. Gente umile che ha avuto la colpa di non poter pagare e che si è trovata all’improvviso un fabbro che ha aperto la porta in compagnia di polizia, vigili del fuoco, carabinieri, vigili urbani e agenti in assetto antisommossa e che da oggi forse per avere un tetto avrebbe forse preferito finire in carcere, l’unica alternativa possibile”. L’ufficiale giudiziario è poi andato via senza eseguire lo sfratto.