Estate 2017: una donna arriva all’ospedale Maggiore di Modica, nel reparto di gastroenterologia, con il proprio padre anziano. L’uomo ha 85 anni e dev’essere sottoposto ad un trattamento endoscopico, ma dato che le sue condizioni di salute non sono ottimali (ci sono delle patologie cardiache che un esame invasivo potrebbe aggravare) la signora chiede un colloquio con il dottor Corrado Selvaggio. Il medico esamina con attenzione il quadro clinico del paziente e non nega che la situazione sia delicata, soprattutto a causa della situazione di cuore e fegato, ma l’esame va fatto, è necessario.
Arriva il giorno dell’intervento, la preoccupazione cresce, ma il medico non solo somministra al paziente una specifica anestesia e attende fino a quando non si sveglia, ma prima di farlo addormentare lo rassicura e lo guida passo dopo passo, spiegandogli in tutta tranquillità quello che stava per succedere e tenendo anche costantemente aggiornata la famiglia, che attendeva, in apprensione, fuori dalla sala.
Un modus operandi che ha profondamente colpito la donna, che a distanza di mesi ha deciso di inviare all’ASP una lettera di ringraziamento indirizzata al dott. Corrado Selvaggio. E’ una lettera che parla di “spiccato senso di umanità e deontologia professionale” ai quali va data la “giusta risonanza” perché si tratta di “punte di diamante che compiono ogni giorno il loro lavoro con dedizione ed abnegazione, senza pretendere nulla“.
“Da cittadina – scrive ancora la figlia del paziente nella missiva – mi sento tutelata da eccellenze mediche di questo genere che svolgendo egregiamente il proprio lavoro ogni santo giorno, sommessamente e senza clamore, rendono questo Paese migliore e rappresentano un vanto di cui andare tutti fieri“.