Poteva avere conseguenze inimmaginabili e gravissime l’atto incendiario di un vittoriese di 40 anni con svariati pregiudizi di Polizia che la notte scorsa, per futili motivi, ha appiccato le fiamme alla colonnina di un distributore di carburanti sito nell’immediata periferia cittadina.
L’allarme è stato dato al Commissariato di Polizia di Vittoria dai Vigili del Fuoco intervenuti presso una grande stazione di servizio sita in via Cavalieri di Vittorio Veneto, all’uscita della città per Comiso, in linea d’aria a 50 metri dall’ala nuova dell’Ospedale Guzzardi.
Le pattuglie di Polizia si sono recate immediatamente sul posto e con l’ausilio del personale della “scientifica” hanno estrapolato e visionato le immagini registrate dall’impianto interno di videosorveglianza.
Sconcertanti le scene registrate all’una circa della notte. Un uomo proveniente dalla campagna scavalca il muro di recinzione, si avvicina all’accettatore di banconote per il funzionamento automatico delle pompe di benzina, introduce una banconota, seleziona la pompa da utilizzare, si avvia verso di essa, estrae la pistola ed “irrora” l’area circostante con la benzina che a fuoriesce a fiotti, poi si allontana, estrae un accendino dalla tasca destra del giaccone ed appicca il fuoco. Il lampo è violentissimo e tutto brucia, lui si allontana di corsa.
Le fiamme consumano il combustibile sparso a terra, si vedono alcuni ragazzi che si avvicinano ed evidentemente chiamano i Vigili del Fuoco che arrivano poco dopo e domano l’incendio.
Si è andati molto vicini alla tragedia, i cinque piani dell’Ospedale nuovo sono lì a poche decine di metri, di fronte insiste una zona residenziale ad altissima densità abitativa e gli ettolitri di carburanti nelle cisterne sotterranee sono tantissimi.
La Polizia avvia le indagini. La qualità delle immagini è scadente ma alcuni particolari non sfuggono agli Agenti, quelli che la sera prima erano stati chiamati ad intervenire proprio in quell’area di servizio a richiesta del gestore che continuava ad avere problemi con un cliente.
L’uomo che appicca le fiamme è proprio quello della discussione della sera prima.
I poliziotti riescono ad individuarlo, identificarlo e rintracciarlo. Lo trovano a casa dove ad aprire è la moglie, lui è a letto ancora annebbiato dai fumi dell’alcool. Gli Agenti perquisiscono la casa e trovano nella lavatrice gli indumenti corrispondenti a quelli indossati dal piromane nelle immagini viste poco prime, puzzano di benzina, e fuori casa, in un locale di servizio rinvengono anche il giubbotto.
L’uomo appare collaborativo, dice di volere raccontare la storia, si assume le proprie responsabilità, dice di essersi pentito.
La sera prima era andato alla stazione di servizio per reclamare col gestore la circostanza che il giorno prima aveva cercato di rifornirsi al distributore di sigarette attiguo al bar; aveva inserito la somma di 4,30 euro ma non aveva ricevuto il prodotto. Il gestore mostrandogli lo scontrino che gli era stato emesso per la mancata erogazione, che segnava la somma di 2,30 euro si mostrava disposto a restituirgli quella minore somma, sostenendo che la macchinetta non si sbaglia. L’incendiario non voleva sentire ragioni e pretendeva 4,30 euro. Per quel motivo erano giunti alle mani ed era stato richiesto l’intervento della Volante per sedare gli animi, cosa che sembrava essere riuscita.
Invece l’uomo, per due euro di differenza, ha raccontato di avere serbato un profondo rancore, di essere tornato a casa ad ingollarsi di alcolici ed in preda ai fumi dell’alcol, in piena notte di essere uscito per compiere il misfatto. Dopo avere introdotto una banconota da 20 euro alla macchinetta ha iniziato a versare il carburante, anche se è “sicuro di non avere consumato tutti i 20 euro” e dopo ha appiccato il fuoco, rischiando di rimanere bruciato dato che le fiamme gli avevano lambito un piede. Poi il rapido ritorno a casa ed il tentativo di cancellare le prove inserendo in lavatrice gli indumenti e gettando prima dell’arrivo a casa il giaccone.
G.A. è stato fotosegnalato dalla polizia Scientifica e denunciato all’Autorità Giudiziaria del capoluogo per incendio aggravato poiché applicato ad un deposito di materiale infiammabile o esplodente.