Kindu Riu, l’arte marziale tutta ragusana che porta alla scoperta di se stessi

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Si chiama Kindu Riu, ed è la tecnica creata 5 anni fa, quando ha cominciato ad insegnare, dal maestro di arti marziali ragusano Giovanni Fortunato che, dall’aprile scorso, la insegna anche ai bambini e ai ragazzi della sua palestra, a Marina di Ragusa, con il duplice obiettivo di coinvolgere, nell’attività fisica, il corpo e la mente.

Non ha creato solo una disciplina, questo originale istruttore 33enne, ma ha coniato anche un neologismo. “Kindu Riu significa guardare (e provare ad andare) oltre le proprie paure – spiega Giovanni Fortunato – e indica il non limite, perché la pratica spinge ad affrontare schemi mentali ed emotivi per migliorare la propria qualità di vita. Così, finalmente liberi da gabbie e condizionamenti, possiamo sfruttare al massimo il nostro potenziale. Quando la mente rallenta ed è serena, non più distratta dalle mille cose del quotidiano, le nebbie si diradano e tutto appare più chiaro”.

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Appassionato di arti marziali e tecniche di difesa personale sin da quando era bambino, Giovanni le ha praticate un po’ tutte, anche da autodidatta: dalla kick boxing, all’aikido e al taekwondo, proprio per sperimentarle e carpirne punti di forza e di debolezza. Il suo Kindu Riu ha uno stile che si ispira al Krav Maga, tecnica di difesa personale usata dai corpi militari israeliani in situazioni di pericolo, ma unisce ad essa i principi morali e spirituali tipici di tutte le arti marziali orientali, nel tentativo di recuperare ciò che sta andando perduto, il percorso che porta alla conoscenza interiore, allo scrutarsi dentro per migliorarsi come esseri umani.

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Il Kindu Riu è nato una sera mentre passeggiavo al porto di Marina di Ragusa con un amico. Era inverno – racconta – e mi esercitavo sempre lì con le armi bianche e la meditazione. Sentivo il bisogno di creare qualcosa di mio, capace di arrecare benessere a tutti i praticanti, e ora sono felice del fatto che la disciplina stia prendendo piede. Io porto l’attenzione dei miei allievi sui movimenti, e quando loro finalmente si concentrano non pensano più a nient’altro, scaricano le tensioni e si rilassano. Tra le organizzazioni e le federazioni l’interesse ora sta crescendo, mi invitano per avere delle dimostrazioni, sono curiosi. Domenica, ad esempio, sarò a Messina e il 17 dicembre nei pressi di Frosinone per un campionato nazionale di arti marziali in cui combatterò con lo stile Wing Chun. A dire il vero – rivela – non ho mai praticato questa tecnica, ma voglio comunque andarmi a confrontare con dei maestri perché riesco a capire lo stile, lo conosco, apprendo velocemente guardando i praticanti e, pur nel rispetto delle regole della gara – conclude – anche lì inserirò il mio Kindu Riu”.