A Modica incontro di studio e testimonianza su don Lorenzo Milani

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«In Africa, in Asia, nell’America Latina, nel Mezzogiorno, in montagna, nei campi, perfino nelle grandi città, milioni di ragazzi aspettano di essere fatti eguali. Timidi come me, cretini come Sandro, svogliati come Gianni. Il meglio dell’umanità»: quanto scrivono i ragazzi della Scuola di Barbiana nella Lettera a una professoressa aiuta a cogliere il senso concreto e profondo della serata di studio e di testimonianza con cui a Modica si ricorderanno i cinquant’anni della morte di don Lorenzo Milani, tra i più grandi testimoni ed educatori del nostro tempo, sabato 25 novembre alle ore 19 alla Domus S. Petri.

Spiega Maurilio Assenza, direttore della Caritas: Don Milani, con grande anticipo, seppe cogliere come la nostra storia e civiltà stanno cambiando e quindi occorrono linguaggi e consapevolezze nuove. Affidò alla scuola il compito di far crescere giovani capaci di conoscere il fine grande della vita e l’importanza della parola, che fa intendere ed intendersi, che genera uguaglianza. Riprendere il suo messaggio aiuta quindi a comprendere come ancora oggi l’educare non può essere neutrale, ha il compito di mirare in alto. Papa Francesco lo scorso giugno, andando a Barbiana, dice di essere rimasto molto colpito dall’I care (mi sta a cuore) scritto grande su una parete della scuola, l’opposto del ‘me ne frego’ sinonimo di indifferenza. La personalità e il messaggio di don Milani sono molto complessi e ricchi di sfaccettature: nel cinquantesimo la raccolta di tutti i scuoi scritti nell’Opera omnia ha permesso di conoscerlo meglio”.

E sarà proprio uno dei curatori dell’Opera Omnia, il prof. Sergio Tanzarella a presentare l’attualità del messaggio di don Milani. Con lui il prof. Sebastiano Vecchio che ha scritto un libro in cui spiega perché ha tanto ammirato il priore di Barbiana.

Non si tratta peraltro di una semplice serata culturale, perché nel nome di don Milani (unitamente a quello di don Puglisi) a Modica e nel territorio ci sono molteplici esperienze in cui c’è l’impegno a dare la parola a un fare scuola che aiuta a fare giustizia: dai cantieri educativi a progetti in cui reti di famiglie aiutano bambini a superare l’insuccesso scolastico. Ed è sorta anche un’associazione di promozione sociale formata da giovani che già nel nome “Sortirne insieme” richiama il senso che don Milani e i suoi ragazzi davano alla politica: “Di fronte ai problemi, sortirne (uscirne) da soli è egoismo; sortirne (uscirne) insieme è politica”.

L’incontro è promosso dalla Fondazione di comunità Val di Noto, dalla Caritas diocesana, dal Cenacolo Bonhoeffer, dalla parrocchia di San Pietro.

Al mattino, al liceo scientifico vi sarà anche un incontro più specifico sui temi della guerra e della pace, attraverso la ripresa della “Lettera ai giudici” scritta a partire dalla difesa di giovani obiettori di coscienza in carcere per il loro ideali e sviluppata fino a cogliere come oggi, di fronte alle armi che possono distruggere il mondo, non è più virtù un’obbedienza cieca ma la ‘responsabilità in solido’.

Una giornata dunque particolare il 25 novembre, in cui una rigorosa ma anche appassionata ricostruzione del messaggio di don Milani aiuterà la crescita educativa e civica di un territorio che in questa direzione conserva possibilità da custodire e sviluppare.