Il Presidente dell’Associazione Culturale Franco Ruta, Antonello Buscema, ha scritto al Sindaco di Modica Ignazio Abbate, e all’assessore alla cultura, Orazio Digiacomo, per chiedere il “ritiro della delibera di Giunta n. 272 del 23 ottobre 2017 sulla distruzione di vent’anni di archivio dell’emeroteca e di vent’anni di memoria collettiva della città“.
Di seguito il testo integrale:
“Gentile signor sindaco, gentile signor assessore alla Cultura,
la lettura sull’albo pretorio della delibera di Giunta n. 272 del 23 ottobre 2017 ci costringe ad intervenire come associazione, con la certezza di rappresentare anche altre realtà e con l’auspicio d’essere ancora in tempo, facendovi appello affinché fermiate quest’opera di distruzione di un pezzo della memoria della città, contando sul fatto che si tratti di un vostro mero errore di superficialità e non di una ben più grave responsabilità di incoscienza culturale.
La delibera citata prevede infatti di mandare al macero tutti i quotidiani locali, in particolare La Sicilia, il Giornale di Sicilia, la Gazzetta del Sud, oltre al Corriere della Sera e alla Gazzetta Ufficiale, dal 1985 al 2005 (nel caso della Gurs, per la precisione, dal 1970), determinando così la cancellazione con un colpo di spugna di un patrimonio prezioso della nostra memoria cittadina, che nessuno avrà più la possibilità di consultare a fini di ricerca e che non potranno più aiutarci a ricostruire cosa siamo stati in questo ventennio, cosa è stata la nostra città, quali accadimenti ne hanno contraddistinto la storia, a cominciare proprio dai processi politici, istituzionali, culturali di cui solo la cronaca quotidiana può essere puntale e meticolosa testimone.
Considerata la grande attenzione che proprio i tre principali quotidiani regionali hanno rivolto nei decenni interessati non solo genericamente al territorio dell’Isola ma nello specifico proprio alla città di Modica, distruggerne l’archivio significa far venire palesemente meno lo scopo e la funzione di un’emeroteca civica, che è proprio quello, come suggerisce la stessa etimologia del termine, di “custodire” la memoria collettiva, attraverso la microstoria utile a ricostruire la grande storia.
Le motivazioni addotte per giustificare quest’operazione di scarto, peraltro, sostengono il nostro giudizio sull’assoluta – nella migliore delle ipotesi – superficialità con cui si sta procedendo a compierla. Il responsabile del VII settore del Comune (Biblioteca e Beni culturali), scrive infatti che “il materiale in elenco non è più da considerarsi bene demaniale, ma patrimoniale, in quanto logoro, obsoleto e non più rispondente alle finalità proprie del servizio della biblioteca pubblica”. La responsabile del servizio Biblioteca, nella sua relazione allegata, al riguardo specifica che “l’individuazione dei documenti non più utili per la biblioteca è stata condotta seguendo le indicazioni previste in materia di biblioteconomia e nello specifico periodici non più utilizzabili per la consultazione perché logori o obsoleti o di scarso interesse per l’utenza. Inoltre il materiale per cui si propone lo scarto non possiede le caratteristiche rare o di pregio tali da farlo considerare bene culturale”.
Le tre fondamentali ragioni sopra indicate sono profondamente diverse da loro nei presupposti: o il materiale si elimina perché è di scarso interesse, o perché e logoro e malconservato, oppure perché non esprime alcuna caratteristica di pregio. E l’unica cosa che li accomuna è di non essere confacenti al nostro caso. Non dovremo infatti certamente essere noi a ricordarvi, gentile signor sindaco e gentile signor assessore, che la Biblioteca comunale di Modica, di cui l’Emeroteca fa parte, è chiusa da oltre un decennio e che pertanto è stato impossibile per l’utenza esprimere concretamente alcun interesse per l’archivio da essa custodito, come numerose realtà associative della città a cui oggi ci uniamo le fanno notare a gran voce da mesi, sollecitandole il trasferimento dei volumi e dei giornali a Palazzo Moncada e la riapertura al pubblico del servizio.
Né può ricadere su altri l’eventuale responsabilità del fatto che in questi anni il servizio Biblioteca non si sia curato di verificare lo stato di conservazione dei quotidiani e di segnalarlo all’Amministrazione affinché provvedesse, come siamo certi che avrebbe fatto, a disporne lo spostamento in un luogo più adeguato e, perché no, ad avviarne un percorso diverso di conservazione, trovando ad esempio le risorse per un attività di digitalizzazione capace di sottrarre per sempre alle minacce del tempo questa fragilissima parte dell’archivio. Se la vera ragione della distruzione dei giornali è il fatto che siano malconservati, si dica questo e si trovi un rimedio, anziché nascondersi dietro un presunto scarso interesse.
Proprio questa possibilità ci porta dritti alla considerazione finale, riguardo al fatto che a vostro avviso non si tratti di materiale di pregio e che pertanto possa, con tal leggerezza, essere semplicemente distrutto: abbiamo già detto del valore per la comunità modicana di conservare in questo modo traccia della propria storia e per questa ragione vi invitiamo all’immediato ritiro della delibera in oggetto e alla sua sostituzione con una che, al contrario, dimostri l’interesse dell’Amministrazione a salvare questo patrimonio, a promuoverne la catalogazione e la consultazione e – perché no – una più ampia possibilità di fruizione, suscitando nei giovani innanzitutto l’interesse alla riscoperta del recente passato della città”.
Ed è proprio di pochi minuti fa la rassicurazione del Sindaco Ignazio Abbate: l’emeroteca modicana non verrà smantellata. “L’enorme quantitativo di materiale, in particolare quotidiani dal 1985 al 2005 – ha annunciato – verrà cercato di recuperare in una sede più consona rispetto a quella in cui erano stati abbandonati quando si decise di chiudere la biblioteca diversi anni fa. “Abbiamo deciso di tentare il recupero di questo immenso materiale cartaceo le cui condizioni di conservazione ci avevano indotto, in un primo momento, ad optare per la sua eliminazione. In tal senso ci hanno fatto riflettere, a me e all’assessore alla Cultura Orazio Di Giacomo, sia la lettera aperta che ci ha inviato l’Associazione Franco Ruta sia la richiesta fattaci da Peppe Buscema, il figlio del compianto Giorgio che su La Sicilia ha raccontato per decenni la nostra storia modicana. In un primo momento ci eravamo fatti scoraggiare dallo stato pessimo in cui si trovano i giornali ma le considerazioni sollevate ci hanno indotto a cambiare idea e tentare il recupero. D’altronde solo gli stupidi non cambiano idea, soprattutto quando si parla di memoria del passato. Ringrazio chi ha portato l’attenzione sull’argomento. Speriamo adesso di riuscire a recuperarne il maggior numero possibile e di metterli a disposizione della cittadinanza appena ci sarà l’apertura della biblioteca”.