La Sea Watch 3 è approdata al porto di Pozzallo, e c’è il cadavere di un bimbo

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E’ approdata al porto di Pozzallo alle 12.30 la Sea Watch 3, nave della onlus Sea Watch, battente bandiera olandese, protagonista di un rocambolesco salvataggio al largo delle coste libiche, dopo lo speronamento accidentale di un gommone da parte della Guardia costiera libica che ha fatto almeno 5 morti, tra cui un bimbo di circa 3 anni, e molti dispersi. Ultimate le operazioni di sbarco dei circa 60 migranti, e a bordo c’era proprio la salma del minore che dovrebbe essere tumulata nel cimitero di Scicli.

Gennaro Giudetti, operatore volontario a bordo della Sea Watch3, racconta quei momenti terribili in cui anche il padre del piccolo sarebbe annegato, e il suo sarebbe (il condizionale è d’obbligo) tra i corpi ripescati da un altro equipaggio. “La mamma di quel bambino è devastata – racconta – e ora sta assieme alle altre donne, sue amiche. Viene dalla Nigeria. Sono state recuperate dall’acqua, molte di loro hanno rischiato di annegare. La maggior parte del tempo la passano dormendo, quando sono sveglie piangono. Si scambiano poche parole, sono sfiancate”.

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Giudetti è alla seconda missione con Sea Watch e racconta che anche nella prima sono stati salvati tanti migranti e recuperato cadaveri, “ma mai così piccoli – aggiunge – e mai fino ad ora avevo assistito ad una violenza tale da parte della Guardia costiera libica. Nel loro intervento, che paghiamo noi italiani, non c’era nessuna professionalità, nessuna etica. Ho visto gente picchiata, ho visto persone morire, questa verità deve essere urlata: ci lanciavano patate per ostacolarci!”.

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Quindi una riflessione, drammatica: “Non è possibile che debba spettare a me decidere chi salvare o chi recuperare, non sono il Padreterno, non si deve arrivare a questo. A un metro e mezzo da me c’era una ragazza che mi tendeva la mano, io mi sono allungato verso di lei quanto potevo ma non sono riuscito ad afferrarla, l’ho vista annegare. Davanti ai miei occhi ci sono i volti di decine di persone che non siamo riusciti a salvare, donne disperate, le loro facce, i corpi che galleggiano. E Poi i canti dei migranti felici non appena arrivano a bordo, le preghiere al loro dio. Questo non mi abbandonerà mai“.

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