Finisce tra gli scogli di Favignana la fuga degli evasi vittoriesi Scardino e Mangione

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Immagine di repertorio

Stavano tentando di abbandonare l’isola rubando un gommone i tre detenuti evasi sabato scorso dal carcere di massima sicurezza di Favignana. A bloccarli in mezzo agli scogli, grazie ad una serie di controlli mirati predisposti dal comando provinciale dei carabinieri, è stata, in nottata, una pattuglia composta da quattro militari dell’arma che li hanno sorpresi nei pressi del porto. Uno dei tre, Massimo Mangione, in un primo momento era riuscito a darsi nuovamente alla fuga, lanciandosi in mare, ma sono state mobilitate tutte le forze dell’ordine presenti sull’isola, comprese le motovedette della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto che hanno illuminato il tratto di mare in questione. L’uomo è stato bloccato mentre cercava di allontanarsi a piedi, dopo avere riguadagnato la riva, da carabinieri e polizia penitenziaria, che hanno seguito le tracce lasciate sul terreno dagli indumenti bagnati. I tre detenuti sono stati quindi trasferiti da Favignana a bordo di una motovedetta.

L’ergastolano Adriano Avolese, che deve scontare una condanna per omicidio, Giuseppe Scardino, condannato a 15 anni per una serie di rapine e per il tentativo di omicidio di due poliziotti, e il suo complice Massimo Mangione, condannato a 12 anni e otto mesi per gli stessi reati, sono stati condotti nella caserma del comando dei carabinieri di Trapani. Dovranno certamente spiegare come siano riusciti a procurarsi l’attrezzo che ha permesso loro di segare le sbarre della cella, prima di salire sul tetto del carcere di massima sicurezza e calarsi poi giù con delle lenzuola.

I vittoriesi Scardino e Mangione finiranno di scontare le rispettive pene nel 2032 e nel 2037. La città rimase sotto shock a seguito della violenta sparatoria della quale furono autori, la sera di ferragosto del 2007, nella centralissima via Messina a Scoglitti quando, insieme ad un complice, aprirono il fuoco contro due poliziotti fuori servizio che si trovavano a Scoglitti per trascorrere la serata con le rispettive compagne e che li avevano riconosciuti in quanto latitanti. Solo un miracolo, in quell’occasione, fece in modo che non ci fossero vittime, perché la pistola puntata al volto di uno dei due giovani poliziotti si inceppò. Accadde tutto in pochissimi secondi e nel fuggi fuggi generale di quel momento, una donna rimase ferita alla caviglia da un colpo di arma da fuoco e ci fu anche un incidente. I tre, infatti, nel tentativo di aprirsi un varco e scappare, spararono e uno dei proiettili si andò a conficcare nel portoncino d’ingresso di una casa di via Messina ferendo la donna. Poi rubarono un’auto, con il quale provocarono un incidente, e infine uno scooter con il quale fuggirono e fecero perdere le loro tracce. La loro latitanza durò circa un mese e si concluse verso la fine di settembre.