«Speriamo che ben presto queste iniziative diano i loro frutti, perché possano vivere più serenamente le persone omosessuali e le loro famiglie. Proprio per le famiglie si presenta spesso lo scoglio più difficile, perché i figli escono dall’armadio e i genitori ci s’infilano».
Anna Battaglia è la responsabile di Agedo Ragusa, l’associazione di genitori, parenti e amici di persone Lgbti. Agedo ha organizzato, insieme alla società Ragusa Rugby, la quarta edizione dell’iniziativa «Placca l’omofobia». L’iniziativa, con il contributo del Centro Servizi Culturali del Comune di Ragusa e il patrocinio della Federazione Italiana Rugby, ha visto la collaborazione di altre associazioni, tra le quali Try Changing. Si tratta di un’associazione di volontariato e attivismo che lotta contro sessismo e razzismo.
Il neo presidente Vanni Mezzasalma si è detto «felice di partecipare all’evento, giunto ormai alla quarta edizione. Siamo contenti di partecipare perché la questione dell’omofobia fa parte della nostra battaglia, impegnandoci infatti contro razzismo e sessismo. E l’omofobia fa parte della visione sessista della nostra società. La presenza oggi di una gara di rugby femminile ci dà anche lo spunto per un altro tema a noi caro, proprio quello del sessismo. Si dice spesso che le donne non sono adatte allo sport e in particolare a certi sport: noi siamo oggi qui per difendere la forza dello sport femminile».
Striscioni coi colori dell’arcobaleno, una palla ovale colorata, banchetti e bandiere, materiale informativo e, per i giocatori, i colori della bandiera rainbow dipinti sulle braccia e sul viso.
Nella giornata di domenica sono stati coinvolti i giocatori e le giocatrici del Ragusa Rugby e della Syrako Rugby: prima la gara degli old, poi la formazione femminile, infine le senior. A condurre la giornata è stata Mara Gelmini, che ha spiegato il senso dell’iniziativa.
«La collaborazione è stata molto bella – ha detto Anna Battaglia – e ogni volta diventa un’occasione per trasmettere formazione. Perché spesso, anche chi dice di essere amico di persone gay, lo dice partendo dal cuore, non anche dalla mente. E invece c’è bisogno di conoscere più approfonditamente quella che è la realtà Lgbt».
Luca Tavernese del Ragusa Rugby ha voluto sottolineare proprio l’importanza formativa di questo momento: «La riproponiamo ogni anno perché è importante che questi problemi emergano e che venga soprattutto portati ai ragazzi, anche ai quei ragazzi che si vengono ad allenare con noi. Per questo l’unica cosa che posso dire, al termine di questa bella giornata, è un arrivederci al prossimo anno».