“Non parlo degli arrestati e degli altri indagati. Se qualcuno ha sbagliato deve pagare, ma noi andiamo avanti e se qualcuno pensa che arretrerò di un centimetro, non mi conosce. Non abbandono Vittoria, e so che Vittoria non ha abbandonato me”. Con queste parole, il sindaco di Vittoria Giovanni Moscato, in una conferenza stampa aperta a tutti i cittadini, rompe il silenzio dopo 24 ore di silenzio e di studio degli atti della Procura di Catania, per capire esattamente di cosa lo si accusi nell’ambito del terremoto giudiziario che ha portato agli arresti dell’ex sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia, del fratello e consigliere comunale Fabio Nicosia e di altre 4 persone per voto di scambio politico – mafioso, ossia il 416 ter. Rispetto all’indagine dello scorso anno, nei suoi confronti la grave accusa è caduta, ma è rimasta la corruzione elettorale e per questo reato Moscato risulta attualmente indagato, in virtù di uno pseudo accordo che avrebbe stretto con l’ex sindaco per arrivare alla stabilizzazione dei 60 netturbini della Tekra.
“Nel momento in cui mi si accusa di 10 anni di sudditanza ai Nicosia, dovuta al fatto che avrei ricevuto incarichi e percepito dei redditi durante la sua amministrazione, si intacca la mia moralità e questo mi rattrista, in primis, come uomo. Ho un’etica e, carte alla mano, posso affermare che in 10 anni all’opposizione ho percepito solo i gettoni di presenza di consigliere comunale. Nessun altro incarico, e li ho vietati pure a mia moglie e ai colleghi del mio studio legale”.
Dalle intercettazioni pubblicate e relative alle conversazioni telefoniche con il consigliere comunale Pippo Scuderi nelle quali quest’ultimo gli garantisce l’appoggio del PD, per Moscato si evince che “la Procura non sa nemmeno che Scuderi era candidato in una delle mie liste, e non più tra le fila del Partito Democratico. Se hanno deciso di sostenermi e di preferire me all’altro candidato io che colpa ne ho? Sono scelte politiche”.
E poi, naturalmente, la questione più spinosa: l’assunzione dei 60 operatori ecologici della Tekra e il passaggio alla EF, che attualmente gestisce il servizio di raccolta differenziata. Giovanni Moscato ci tiene a specificare tutti i passaggi, data dopo data, dal 21 giugno, giorno del giuramento, al 1 luglio, quando ha dovuto nominare un commissario ad Acta perché il dirigente del settore ecologia Giuseppe Chiofalo (ndr: poi arrestato dalla Polizia nel marzo 2017 per abuso d’ufficio e concussione) si sarebbe rifiutato di andare avanti con le carte. “Per non fare sprofondare la città nella spazzatura ho dovuto fare una proroga con la Tekra, tutto sempre concordato con la Prefettura e in attesa della gara, e ho licenziato Chiofalo. Il 25 luglio il progetto per la raccolta differenziata è stato approvato in giunta e il 5 agosto abbiamo pubblicato la gara. In un mese abbiamo portato avanti una procedura che la città attendeva da decenni. A quel punto, come da prassi, tutto è passato all’Urega e, nella trattativa, sono subentrati i sindacati. Io me ne sono tenuto fuori, anche perché francamente non sapevo che un Sindaco potesse licenziare o assumere i dipendenti di una ditta privata”.
Per Moscato non esistono prove di telefonate o di incontri compromettenti, e spera adesso di chiarire tutto in tempi brevi. Il primo cittadino non ha negato di essere preoccupato per gli scenari politici che potrebbero aprirsi da qui a poco, ma ha aggiunto che “ci sono delle sentenze che attestano che un consiglio comunale non può decadere per un solo consigliere. In ogni caso – ha concluso – le porte sono aperte. Vengano e controllino tutti gli atti che vogliono”.