Riportiamo integralmente la nota di Antonino Fiorenza, componente Segreteria Nazionale Silpol, il sindacato della Polizia locale.
Il riferimento è all’articolo del collega Giuseppe Ragona che potete leggere cliccando QUI.
Tale articolo “segnala una apprezzabilissima – scrive Fiorenza – controtendenza di pensiero sulle funzioni della polizia locale e dei suoi addetti, che egli stesso ha riassunto nell’assioma Polizia locale = Comunità = Cittadini = Noi stessi.
Purtroppo, in questi ultimi decenni di sedimentazione della modernità liquida descritta mirabilmente da Bauman, tutte le certezze del passato in ogni ambito, dal welfare alla politica, sono state smontate e dissacrate e sono state mescolate a pulsioni nichilistiche. Il risultato è la crisi dell’idea di Stato, delle ideologie, delle istituzioni e di quello che esse rappresentano, in un presente senza nome che è caratterizzato dalla lontananza del singolo da una comunità che lo rassicuri. La sua comunità è diventata il consumo, la sua unità di misura l’individualismo antagonista ed edonista in cui nuotiamo senza una missione comune.
Quell’assioma, quindi, non torna ma, anzi, è stato ribaltato perché tutto parte e finisce nel Noi stessi.
Secondo Ragona, complice di questo processo è stata “l’irruzione della nuova tecnologia con i social network ed i vari blog che hanno la capacità di trasformare in leoni da tastiera o soloni da blog, tanti agnellini da vita reale”.
In questa estate torrida e insopportabile, in questo lembo di Sicilia – la provincia di Ragusa – caratterizzato da più di cento chilometri di coste densamente abitate e vissute che amplificano la necessità di una corrispondenza e di un equilibrio tra il bisogno di divertimento e godimento di chiunque, da una parte, e l’assicurazione della quiete pubblica e del rispetto delle regole per tutti, dall’altra, questi leoni da tastiera e soloni da blog decidono, anno dopo anno, in una escalation inarrestabile, di scagliarsi contro gli appartenenti ai Corpi di polizia locale – che sono impegnati ad assicurare lo svolgimento di sagre di svariati tipi, concerti, spettacoli, manifestazioni religiose e sportive, movide giornaliere e notturne e quant’altro, lasciandosi andare alle ingiurie ed agli insulti più beceri: nullafacenti, incompetenti, cretini, aguzzini etc. etc. Tutto è addebitabile all’operato dei poliziotti locali: “ragazzi giocano a palla in spiaggia? La colpa è dei vigili urbani che non sono presenti! Sono arrivate le direttive Gabrielli sulla safety e sulla sicurezza delle manifestazioni pubbliche che proliferano nelle giornate e serate estive? La colpa è dei vigili che chiudono il traffico! Mi becco la multa per divieto di sosta? La colpa è dei vigili che sono stati troppo solerti e mirano a fare cassa! L’esercizio pubblico viene chiuso temporaneamente per reiterate infrazioni amministrative per l’eccesso di occupazione di suolo pubblico? La colpa è dei vigili urbani che impediscono arbitrariamente il dispiegamento della libera iniziativa economica!”
Il tiro al bersaglio, insomma, è servito su un piatto d’argento ai cosiddetti leoni da tastiera: anche noi vogliamo partire da qui. L’Altro, nel social network, è una presenza tagliata sulla misura della condivisione. I post standard di questa agorà virtuale vengono dispiegati secondo due modalità: si gioca sul criterio del plauso devoto o dell’insulto cafone, sublimato in linguaggio. Basta fare un clic.
Facebook è un kinderheim planetario. Dentro questo parco giochi, la benestante moltitudine del pianeta – quella che in questo momento non sta morendo di fame, di sete, di Aids, che non sta per annegare su un barcone nel Mediterraneo, – non ha assolutamente nulla da dire, ma lo ripete almeno una dozzina di volte al giorno. Identificando un nemico, l’altro da sé (di psicanalitica memoria), i vigili urbani brutti, sporchi e cattivi, i dipendenti pubblici fannulloni, la polizia che brancola nel buio, la magistratura deviata e politicizzata, i politici corrotti, etc., si sceglie di cogliere uno spunto per imprimere una nuova direzione al discorso, la propria. Questa immaterialità che ci avvolge non è e non sarà, ancora di più in futuro, senza conseguenze. Essa ci espone, soprattutto ad un rischio gravissimo: la prevalenza del cretino. E’stato, infatti, grazie al progresso tecnologico che il contenibile stolto dell’antichità si è tramutato nel prevalente cretino contemporaneo, personaggio a mortalità bassissima e quindi in continua proliferazione, al quale – se non si porranno regole e calmieri – una società molto complessa e totalmente liquida ha aperto infiniti interstizi, crepe ed ha messo a disposizione clamorose tribune e inaudite moltitudini di seguaci sotto forma di Like e condivisioni. Gli ha moltiplicato prodigiosamente le occasioni per agire, intervenire, parlare, esprimersi, manifestarsi, ovvero – volendo riassumere in una parola – di realizzarsi credendosi affrancato dal cretinismo. Sconfiggerlo è ovviamente impossibile. Odiarlo è inutile. Le uniche armi possibili sono il sarcasmo e l’ironia.
A noi l’esperienza di questo lavoro ha fatto conoscere una realtà diversa: la stragrande maggioranza silenziosa dei cittadini onesti – quelli educati al rispetto delle regole e dell’autorità come rappresentanza dell’interesse collettivo che prevale su quello individuale e non fine a sè stessa, che si sentono partecipi e primattori della pubblica amministrazione e del suo cambiamento, e che non frequentano Facebook o blog vari o lo fanno con intelligenza – pretende da noi il ruolo di custodi delle regole teso a una par condicio collettiva. Non si può e non si deve consentire a nessuno di tentare di distruggere l’immagine, l’attività complessiva ed il lavoro di un’istituzione quale è il Corpo di Polizia Municipale, che si sforza di costruire un servizio utile alla comunità, pur nella complessità
dei problemi, e che sconta su di sé la condanna biblica di dovere sanzionare il reo con la punizione prevista dalla legge”.
Fiorenza fa un plauso al collega Ragona che “scendendo nel dettaglio degli organici dei Corpi di Polizia locale della provincia di Ragusa – frutto di una encomiabile e minuziosa attività di studio – è riuscito a dimostrare che il rapporto tra numero di abitanti ed operatori è in media di 1/1.330″.