Ha concluso il suo viaggio, quello di “un uomo qualunque che ha avuto la fortuna di fare quello che amava”, come amava ripetere. Perracchio, morto oggi a Ragusa all’età di 79 anni, era nato a Modica il 16 gennaio del 1938.
Con la passione per il teatro sin da piccolo, sul palco dell’Oratorio salesiano di Modica. Alla ‘Casa’ e alla figura di don Bosco è rimasto profondamente legato per tutta la vita. Dopo gli anni giovanili, con la partecipazione a show studenteschi e a spettacoli in parrocchia, a Ragusa era tornato a calcare le scene con la “Piccola Accademia”.
“Attraverso la Piccola Accademia – raccontava qualche anno fa in un’intervista a Free Time – partecipammo a un concorso nazionale di teatro amatoriale. Vinsi per due o tre anni il primo premio come attore protagonista e fui segnalato a Turi Ferro dal commediografo Belisario Randone. Ricordo anche che Turi Ferro mi invitò a casa sua e mi disse: sei qui semplicemente perché non ti ha raccomandato un politico, ma un uomo di teatro. Perché Turi Ferro non si è mai prostituito alla politica, ma ha voluto sin da subito fare teatro serio. Un grandissimo esempio, grandissimo attore”.
Iniziò così la carriera, anche se in realtà aveva già famiglia e un lavoro. “Ho abbandonato tutto ed ho ricominciato daccapo facendo il teatro, rimettendoci economicamente in modo non indifferente. E pian piano ho fatto qualcosa nel teatro. Con l’appoggio incondizionato di mia moglie che per il mio lavoro ho sacrificato come fosse una vedova bianca, perché stavo pochissimo a casa… non si è lamentata mai. Ricordo quello che mi rispose quando le dissi che c’era la possibilità di lasciare tutto e iniziare questo percorso. Mi disse: fallo, perché sennò me lo rinfacceresti per tutta la vita. E quindi acconsentì. Ogni tanto mi sorge il dubbio che, siccome io sono uno che rompe in famiglia a tutti i costi, lei l’abbia fatto un poco per liberarsi di me”.
Perracchio è stato un punto fermo per il teatro stabile di Catania, poi i lavori a Gibellina, per le Orestiadi. Le tournée in Italia e nel mondo, dall’Argentina all’Australia. Negli anni diverse ‘presenze’ al cinema e alla televisione.
È con la serie tv il commissario ‘Montalbano’ che Perracchio è stato conosciuto in tutto il mondo, nei panni del dottor Pasquano. Il burbero medico legale a cui il commissario rompe sempre i ‘Cabbasisi’.
“Pasquano è un brontolone buono, come me”, ripeteva Perracchio. Quel cuore buono che ha conservato per tutta la vita.
“Io – confidava nell’intervista – sono cattolico, apostolico, romano e praticante. Quando sono in tournée vado sempre a messa la domenica. Considerandolo un dovere. Ed è anche come sentirsi un poco a casa, c’è qualcosa in comune tra quello che c’è a casa e quello che io trovo in chiesa. I dubbi ci sono, certamente ci sono. Chi non ha dubbi? Io mi aggrappo alla religione. Ho avuto una buona educazione religiosa, sono un ex allievo salesiano, ho frequentato l’aspirantato salesiano. Per noi la parrocchia rappresentava tanto, noi crescevamo sul sagrato della chiesa”.
I funerali si terranno domenica 30 luglio alle 9.30 ai Salesiani di Ragusa. A seguire una commemorazione funebre al teatro Don Bosco.
Alla famiglia le più affettuose condoglianze di Free Time e Ragusah24