I ragazzi contro il trasferimento di padre Giovanni. Ma il vescovo non li ‘ascolta’

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Don Giovanni Piccione è a Giarratana da appena sette mesi, ma i parrocchiani, in particolare i ragazzi e i giovani, si sono legati a lui in maniera molto forte, tanto che l’inattesa notizia del suo trasferimento a Roccazzo, come amministratore parrocchiale, ha suscitato una vera e propria protesta.

Alla notizia del suo trasferimento, ragazzi e animatori hanno deciso di ‘reagire’ vivacemente. Nella giornata di oggi hanno realizzato dei cartelli con i quali manifestano profondo disappunto per la decisione di monsignor Cuttitta. “La nostra comunità ha diritto a crescere” e ancora “Il vescovo contro i giovani”. 

Una protesta alla quale uniscono le loro voci anche gli adulti.

WhatsApp Image 2017-07-19 at 13.41.03 (1)“Ancora una volta, dopo sette mesi, a Giarratana, anziani, adulti e bambini, si trovano amareggiati per le decisioni prese da monsignor Carmelo Cuttitta” – spiega una mamma che aggiunge: “I giovani, che hanno intrapreso un cammino grazie ai talenti del giovane sacerdote, ancora una volta si trovano sconfortati e delusi”.

Giovani e adulti lamentano soprattutto la mancata condivisione nelle decisioni. “Non è tanto il trasferimento di padre Giovanni, ma il modo con cui il vescovo si pone nei confronti della nostra comunità… pretendiamo un po’ di rispetto” – dice una giovane.

In questi sette mesi, ricordano i ragazzi, si  “è cercato di creare un progetto” portato avanti con il Grest e con tante altre iniziative. “Alcuni ragazzi non partecipavano alla vita della parrocchia, e grazie a padre Giovanni si sono impegnati”.

La ‘protesta’ è stata messa in atto oggi, in occasione della visita del vescovo al Grest dei comuni montani, manifestazione che si è tenuta proprio a Giarratana.

All’arrivo, i ragazzi con gli animatori hanno preso parte al momento dell’accoglienza. Poi, quando è iniziata la preghiera, sono usciti fuori in segno di protesta.

Speravano che il vescovo, terminato il momento comunitario con gli altri ragazzi, si incontrasse con loro per un confronto. 

All’arrivo c’era stato qualche breve scambio di ‘battute’, ma genitori e ragazzi speravano che al termine del momento comunitario il presule si fermasse per discutere con loro.

Questo non è avvenuto. E pare proprio non ci sia un ripensamento. Anche se, dice qualche mamma, c’era stata una rassicurazione, alcuni mesi fa, sul fatto che per un po’ non vi sarebbero stati cambiamenti per non destabilizzare la comunità.