La reazione di Nello Dipasquale alla scelta della giunta regionale di trasferire Maurizio Aricò da Ragusa a Palermo, che sarà pure una ‘promozione’, perché l’azienda sanitaria palermitana è prestigiosa, ma è pur sempre un colpo mancino contro lo stesso deputato ragusano, è in senza mezzi termini: “È stato un errore – ha dichiarato Dipasquale a Live Sicilia, in un articolo di Accursio Sabella –spostare il manager Aricò in una fase così delicata, specie nella provincia ragusana, dove siamo nella fase di trasferimento al nuovo ospedale. Una scelta da incoscienti. E la cosa grave è che non esistevano ne’ motivazioni giudiziarie ne’ relative alle capacità manageriali, tanto è vero che Aricò di fatto viene anche premiato con questo spostamento. Qualcuno – conclude Dipasquale – si è prestato a qualche capriccio”.
Messaggio chiaro, anzi chiarissimo. L’obiettivo? Pare Pippo Digiacomo, collega deputato regionale del Pd. Mancano cinque mesi alle elezioni regionali, e con lo stato di guerra di tutti contro tutti, a Palermo, anche la sanità è diventata terreno di scontro.
E così, lancio di dadi e si decide, come fosse a Monopoli.
Per Digiacomo rompere questo asse privilegiato Aricò – Dipasquale era un’operazione irrinunciabile. Prima le critiche sul trasferimento dell’ospedale, poi l’assist dei valzer nella sanità siciliana.
Si aspettava che a Ragusa destinassero un manager per il quale il suo stesso partito, il Pd, aveva fatto le barricate perché non fosse riconfermato ad Agrigento?
E infatti non canta vittoria, Digiacomo, perché brutto segnale è questo spostamento anche per il deputato comisano, che già i Ragusani non avevano per nulla apprezzato in occasione del nuovo piano aziendale dell’Asp.
In quella seduta del consiglio comunale aperta alla cittadinanza, davanti all’ospedale Civile, con il presidente della commissione Sanità dell’Ars senza una risposta chiara, né una reale intenzione di ascoltare le rimostranze dei cittadini del capoluogo, in stile quattro chiacchiere al bar con spritz e patatine.
Lo spostamento di Aricò, in questo momento in cui si è con mezzo ospedale di qua, mezzo di là, un gran casino di qua e di là, è roba da ‘rimani fermo un turno’.
A 24 ore dalle dichiarazioni di Dipasquale, però, Digiacomo “prende posizione contro di chi non ha accettato di buon grado le scelte della Giunta Regionale: “Chi si ostina nella difesa strenua di permanenze ed urla addirittura allo scandalo o all’incoscienza – dichiara il deputato comisano – mi turba, perché si dimena iracondo quasi si fosse trattato di mancato ‘accaparramento’. Si tratta invece di manager, non di compari, che devono lavorare bene in qualsiasi condizione. Sono pagati, ed anche parecchio, per questo. Suggerisco di imitare i miei comportamenti: conosco tutti, ma valuto con la mia testa e non mi faccio condizionare da nessuno”.
Pure il sindaco Piccitto, che di certo non è mai stato fan di Aricò, ha tuonato contro la Regione: “Non sarebbe stato facile complicare un quadro disarmante come quello che stiamo osservando in questi giorni con la vicenda del trasferimento ‘sospeso’ dell’Ospedale Civile, ma la Giunta regionale è riuscita a sorprenderci anche in questa occasione, modificando la proposta originaria avanzata dall’Assessore Gucciardi, a quanto si apprende dalla stampa, il quale aveva previsto la conferma dei manager attuali come commissari, e che, a questo punto, mancherebbe dell’autorevolezza necessaria alla difesa dei suoi provvedimenti in Giunta”.
Pare che Aricò resterà a Ragusa qualche altra settimana, una proroga tecnica perché il provvedimento della giunta regionale deve prima passare in commissione.
Avrà forse il tempo di concludere l’operazione ‘trasferimento’.
Nel frattempo, c’è da augurarsi che il prossimo lancio di dadi della politica faccia meno danni possibili, perché di carte ‘imprevisti’ ne abbiamo sul tavolo già davvero tante!