Poco dopo le 11,30 le due bare si sono ‘incontrate’ in corso Italia. Il feretro di Giorgio Licitra, 34 anni, proveniva da piazza Libertà, quello di Simone Gulino, 26 anni, dalla Rotonda Maria Occhipinti.
All’arrivo in corso Italia un interminabile applauso e un coro: “Giorgio e Simone” sempre con noi.
A presiedere il rito funebre per Giorgio e Simone, morti in un incidente stradale nella notte tra sabato e domenica, è stati don Gino Alessi, parroco della Cattedrale.
A concelebrare sono stati don Salvatore Cannata, don Gianni Mezzasalma e don Salvatore Giaquinta.
“Quanto è difficile credere quando sia ha l’acqua alla gola, quanto è difficile ricordare che Dio permette le tempeste, quanto è difficile fidarsi di Dio.
Nei giorni successivi quando le domande si faranno più tumultuose. In questi giorni si sono cercate colpe a destra e manca, ma sono solo la proiezione delle nostre paure, ma dobbiamo aprire il cuore alla guarigione.
C’è bisogno di un supplemento di affetto per guarire il cuore. Simone e Giorgio continueranno a dare il loro affetto.
I ragazzi che muoiono sono angeli, altrimenti la nostra fede non saprebbe su cosa poggiare. A questo dobbiamo credere. Questa deve essere la forza per guarire il nostro cuore”.
Ad accompagnare il feretro di Giorgio i tanti amici Ultras del Ragusa calcio. Hanno intonato dei cori: “Giorgio Piccolo sempre con noi”. Tantissimi anche gli amici di Simone, un tappeto di fiori bianchi, magliette con la foto dello sfortunato 26enne.
Al termine della messa è stata un’amica di Simone a tenere un commovente ricordo.
“La tua mamma mi ha detto: vorrei che si parlasse di Simone, in chiesa. Vorrei trovare il modo di farlo… non so come trovare le parole… non so se sono le parole giuste. Quindi sono venuta da te consigliata da una nostra buona amica: sono venuta all’autolavaggio da Simone, è la prima volta che vengo qua con la consapevolezza di non trovarti fisicamente… Chi è Simone Gulino? È follia, il sorriso, la spensieratezza, la grinta la testardaggine, la forza, quella grinta che davi anche a me. Sì fratellino, anche se negli anni sei diventato un fratellone. Quando arrivava Simone Gulino si sentiva: eri luce che abbagliava davvero, tanto che qualche volta, amore mio, abbagliava anche te. Eri bello e dannato. Con quel ciuffo quanti cuori hai spezzato, e quanti errori hai fatto: tanti, tantissimi, come tutti, la differenza è che a te li ho visti pagare tutti, anche i nostri. Dovevamo proteggerti, ma tu ci hai superato… Se ci pensi in 27 anni hai fatto tanto, tantissimo. Come ha scritto qualche amico tuo, sei morto come le star, ma tu eri una star: Simone era un attore americano. Sapevi farti amare e odiare con una velocità tale che mi lasciavi senza parole, hai fatto uno scacco matto a tutti, siamo senza parole. Però un po’ di Simone Gulino l’hai lasciato a ognuno di noi… Buon viaggio ragazzi… che siate da esempio per ciascuno di noi quando schiacciamo il pedale a tavoletta”.
Dal fondo della chiesa arrivavano i cori del gruppo ultras del Ragusa calcio.
“Di Giorgio, ha detto don Gino, sentiamo le urla degli amici: lui era capo ultras. Questa è una passione bella”.
All’uscita dei due feretri dalla chiesa, momenti di intensa commozione con i cori, le coreografie, le note di ‘Angelo’ di Francesco Renga.