In occasione della manifestazione A Tutto Volume, che si terrà a Ragusa dal 16 al 18 giugno, per la sezione ‘Extra Volume’, verrà presentato il libro del giornalista Davide Bocchieri ‘Centododici. Fiori, sorrisi e politica contro i missili Cruise a Comiso’ edito dal gruppo editoriale Pressh24.
La presentazione, in collaborazione con Pax Christi, è in programma sabato 17 giugno alle ore 17 nell’aula consiliare del Comune di Ragusa.
A dialogare con l’autore sarà il giornalista Salvatore Cannata, direttore dell’emittente televisiva ‘Video Regione’.
A curare la prefazione del libro è stato Raniero La Valle, “uno dei protagonisti del Novecento sul fronte della vita politico-ecclesiale italiana”, come lo ha definito di recente ‘Micromega’. La Valle fu uno degli animatori delle lotte pacifiste contro i missili Cruise installati a Comiso negli anni ’80.
In ‘Centododici. Fiori, sorrisi e politica contro i missili Cruise a Comiso’ il giornalista Davide Bocchieri ha guardato proprio a quel vasto e complesso movimento, con un focus sulla componente cattolica che attivamente diede il proprio contributo in termini di presenze e di elaborazione di pensiero. L’iniziale analisi del contesto geo-politico, con il dibattito in Parlamento che vide la Democrazia cristiana decisamente schierata a favore dei missili e il Partito Comunista ‘tiepido’ nelle lotte contro i Cruise, lascia spazio al racconto di ciò che avvenne in tutto il Paese, e a Comiso in modo particolare, con manifestazioni represse anche con estrema durezza da parte delle forze dell’ordine. Un ampio spazio è riservato alla documentazione del processo a carico di dodici pacifiste che furono arrestate per blocco stradale: pagine inedite che ‘riaffiorano’ dagli archivi del Palazzo di Giustizia.
“L’oscillare della Chiesa di Roma tra ‘profezia’ e ‘realismo’ – ha anticipato l’autore – fa da sfondo alla narrazione dell’impegno dei ‘cristiani per la pace’ a Comiso. Solidamente inquadrato nel solco del collateralismo e dell’anticomunismo, il vescovo di allora della diocesi di Ragusa Angelo Rizzo pose una linea di demarcazione invalicabile tra la ‘sua’ Chiesa e i manifestanti. Benedisse la ‘pietra dello scandalo’ all’interno della base, provocando una profonda spaccatura nella Chiesa iblea: una ferita ‘sanata’ solo diversi anni dopo dai gesti del suo successore, monsignor Paolo Urso”.
Sinossi
Dalla fine del 1979, quando s’iniziò a materializzare lo ‘spettro’ di nuovi missili nucleari, fino al dicembre del 1987, con l’annuncio del progressivo e bilaterale disarmo atomico, l’Europa fu attraversata dalla protesta di milioni di uomini e donne scesi in piazza per chiedere la pace. A Comiso, dove furono installati 112 missili Cruise a partire dal mese di marzo del 1984, decine di migliaia di manifestanti da tutto il mondo confluirono per un’appassionata resistenza contro le nuove armi atomiche. ‘Centododici. Fiori, sorrisi e politica contro i missili Cruise a Comiso’ ha guardato a quel vasto e complesso movimento, con un focus sulla componente cattolica che attivamente diede il proprio contributo in termini di presenze e di elaborazione di pensiero. L’iniziale analisi del contesto geo-politico, con il dibattito in Parlamento che vide la Democrazia cristiana decisamente schierata a favore dei missili e il Partito Comunista ‘tiepido’ nelle lotte contro i Cruise, lascia spazio al racconto di ciò che avvenne in tutto il Paese, e a Comiso in modo particolare, con manifestazioni represse anche con estrema durezza da parte della Polizia. Un ampio spazio è riservato alla documentazione del processo a carico di dodici pacifiste che furono arrestate per blocco stradale: pagine inedite che ‘riaffiorano’ dagli archivi del Palazzo di giustizia. L’oscillare della Chiesa di Roma tra ‘profezia’ e ‘realismo’ fa da sfondo alla narrazione dell’impegno dei ‘cristiani per la pace’ a Comiso. Solidamente inquadrato nel solco del collateralismo e dell’anticomunismo, il vescovo Angelo Rizzo pose una linea di demarcazione invalicabile tra la ‘sua’ Chiesa e i manifestanti. Benedisse la ‘pietra dello scandalo’ all’interno della base, provocando una profonda spaccatura nella Chiesa iblea: una ferita ‘sanata’ solo diversi anni dopo dai gesti del suo successore, monsignor Paolo Urso.