Il “Fiume” di Comiso

220
Immagine tratta dal sito della Fondazione Salvatore Fiume

Cento anni dalla nascita, venti dalla sua morte, Salvatore Fiume rappresenta ad oggi una di quelle figure che contribuiscono a rendere orgogliosa la città di Comiso. È un firmamento brillante quello casmeneo, fatto di nomi quali quello di Biagio Pace, Gesualdo Bufalino, e non ultimo per importanza, l’eclettico e poliedrico Salvatore  Fiume. Nato a Comiso  il 23 ottobre 1915 e morto a Milano il 3 giugno 1997, Salvatore Fiume fu pittore, scultore, architetto, scrittore e scenografo. Le sue opere a “tutto tondo” che toccano tutte le arti nobili, fanno emergere la spazialità e la grandezza di questo personaggio che, come accade ancora oggi, lasciò la Sicilia per solcare altri mari e navigare su altre rotte. Comiso però non lo ha dimenticato. Non ha smesso di amare un suo figlio che, dal suo canto, ha tenuto stretto nel cuore il suo paese natale. Ce lo dicono i suo scritti, in particolare “Natale a Comiso” e “Viva Gioconda”, spaccato che dipinge in maniera a volte ironica, a volte seria, usanze, tradizioni  e personaggi comisani del ‘900, così come ce lo descrivono i suoi colori caldi, solari, siciliani. Anche due suoi quadri che si trovano all’interno della Basilica Maria SS Annunziata, la Natività e la Resurrezione, ci raccontano il legame tra lui e Comiso.  A sua volta la città, ha dato un grande tributo a questo artista di fama internazionale, intitolandogli il centennale Istituto Statale d’Arte, oggi liceo artistico “Salvatore Fiume”.

Nella sua città, diverse sono state le iniziative per i cento anni dalla sua nascita, che hanno visto protagonisti il liceo artistico e il Rotary club,  così come per i vent’anni dalla sua morte, non mancano momenti dedicati a lui. Il liceo Artistico, all’interno della kermesse “vetrina scolastica”, allestirà una mostra di opere di Fiume e su Fiume, il Rotary di Comiso, con il patrocinio del comune, ha istituito un premio letterario destinato all’opera prima di chiunque si sia cimentato a redigere uno scritto per la prima volta, passando dalla valutazione di una giuria.

Ma chi è Salvatore Fiume? Qual è la sua storia?

A sedici anni vinse una borsa di studio per il Regio Istituto per l’Illustrazione del Libro di Urbino dove acquisì una profonda conoscenza delle tecniche della stampa: litografia, serigrafia, acquaforte e xilografia. Nel 1936, terminati gli studi, si recò a Milano dove conobbe artisti e intellettuali fra cui Dino Buzzati e Salvatore Quasimodo (Premio Nobel per la letteratura nel 1959) con i quali strinse amicizia.

Nel 1938 si trasferì a Ivrea, presso la Olivetti, come art director di una rivista culturale particolarmente cara al presidente, Adriano Olivetti, alla quale collaboravano intellettuali di prestigio come Franco Fortini e Leonardo Sinisgalli. Sebbene intendesse affermarsi come pittore, Fiume ottenne il suo primo successo con un’opera letteraria, il romanzo autobiografico Viva Gioconda!, pubblicato nel 1943 dall’editore Bianchi-Giovini di Milano.

Per potersi dedicare completamente alla pittura, nel 1946 lasciò la Olivetti e si stabilì a Canzo, vicino a Como, dove adattò a studio un’enorme filanda dell’Ottocento che dal 1952 divenne la sua residenza definitiva (ora è la sede della Fondazione Salvatore Fiume). Nel 1948, poiché la sua pittura, fortemente influenzata dal Quattrocento italiano e dalla pittura metafisica di de Chirico, Savinio e Carrà, faticava a imporsi, dipinse ed espose con successo alla Galleria Gussoni di Milano una serie di dipinti ispirati alla tradizione e al folklore spagnoli, firmandoli Francisco Queyo, un pittore gitano inesistente di cui inventò la storia di perseguitato politico esule a Parigi.

Il 1949 fu invece l’anno della sua prima mostra ufficiale, sempre a Milano, alla Galleria Borromini, dove le sue Isole di statue eCittà di statue suscitarono molto interesse presso la critica. Durante la mostra alla Borromini, il direttore delle Collezioni del MoMA di New York, Alfred H. Barr Jr, acquistò la Città di statue del 1947 che ora si trova al MoMA, mentre la collezione Jucker di Milano acquisì un dipinto esposto in quella stessa mostra. Nel 1950 fu Alberto Savinio, fratello di Giorgio de Chirico, a favorire la sua partecipazione alla Biennale di Venezia dove espose il trittico Isola di statue (ora nei Musei Vaticani) che gli valse un’intera pagina della rivista americana “Life”.

Al 1952 risale, sempre su suggerimento di Alberto Savinio, la prima esperienza di Fiume nella scenografia. In quell’anno eseguì per il Teatro alla Scala i bozzetti per le scene e i costumi per La vita breve di De Falla e per Le creature di Prometeo di Beethoven. Seguirono Medea di Cherubini (1953), La Fiamma di Respighi (1954), Norma di Bellini (1955), il Nabucco di Verdi (1958) e il Guglielmo Tell di Rossini (1965). Collaborò poi con altri importanti teatri, come il Covent Garden di Londra (Aida di Verdi, 1957), il Teatro dell’Opera di Roma (Medea, 1954), il Teatro Massimo di Palermo (I Capuleti e i Montecchi di Bellini, 1954) e il Teatro dell’Opera di Montecarlo (Il Campanello di Donizetti, 1992), con cui concluse la sua collaborazione con il teatro dell’opera.

Nel 1951 l’illustre architetto Gio Ponti gli commissionò un enorme dipinto (3 metri x 48 metri) per il salone di prima classe del transatlantico Andrea Doria. Fiume vi rappresentò una immaginaria città rinascimentale italiana ricca di capolavori d’arte di varie epoche storiche affinché i viaggiatori potessero farsi un’idea dei capolavori che avrebbero ammirato nel nostro paese. Purtroppo, nel 1956 l’immensa tela andò perduta nell’affondamento della nave al largo dell’isola di Nantucket, Massachusetts.

Nel 1953 le riviste “Life” e “Time” gli commissionarono, per le loro sedi di New York, una serie di opere raffiguranti una storia immaginaria di Manhattan e della Baia di New York, che Fiume reinventò come Isole di statue.

Fra il 1949 e il 1952, su invito dell’industriale Bruno Buitoni Sr, Fiume completò un ciclo di dieci grandi dipinti sul tema delle “Avventure, sventure e glorie” dell’antica Umbria, nei quali è evidente la lezione di maestri italiani del Quattrocento come Piero della Francesca e Paolo Uccello. I dipinti, donati dalla famiglia Buitoni alla Regione Umbria nel 1988, sono conservati a Perugia nella Sala Fiume di Palazzo Donini, aperta al pubblico.

Nel 1962 una mostra itinerante portò cento quadri di Fiume in diversi musei tedeschi toccando, fra le altre, le città di Colonia e Ratisbona. Nel 1967 eseguì il bozzetto per il grande mosaico nella Basilica dell’Annunciazione a Nazareth in Terra Santa. Nel 1973, accompagnato dall’amico fotografo Walter Mori, Fiume si recò in Etiopia, nella valle di Babile, dove dipinse le sue Isole su un gruppo di rocce utilizzando vernici marine.

Per la grande mostra antologica del 1974 al Palazzo Reale di Milano Fiume realizzò una riproduzione in polistirolo, a grandezza naturale, di una parte delle rocce dipinte in Etiopia, occupando quasi interamente l’enorme Sala delle Cariatidi. Nella stessa occasione presentò per la prima volta la Gioconda africana, ora nei Musei Vaticani, un omaggio alla bellezza femminile africana ispirato alla Gioconda di Leonardo. Nel 1975 la cittadina calabrese di Fiumefreddo Bruzio accolse con entusiasmo la proposta di Fiume di rivitalizzarne gratuitamente il centro storico con alcune sue opere. Così, nel 1975-76 dipinse alcune pareti interne ed esterne dell’antico castello e, nel ’76, la cupola della Cappella di San Rocco.

La sua prima mostra come scultore fu nel 1976 alla Galleria l’Isola di Milano. La sua produzione comprende anche opere di grandi dimensioni, come la statua di bronzo al Parlamento Europeo di Strasburgo, le sculture degli ospedali San Raffaele di Milano e di Roma, il gruppo bronzeo per la Fontana del Vino a Marsala e due bronzi al Museo del Parco di Portofino. Nel 1995 il Centro Allende di La Spezia ospitò nei suoi spazi all’aperto la sua ultima mostra di scultura. Nel 1985 tenne una grande mostra di pittura a Castel Sant’Angelo a Roma. Del 1987 è l’esposizione De Architectura Pingendi allo Sporting d’Hiver di Montecarlo, inaugurata dal Principe Ranieri di Monaco. Nel 1991 espose i suoi progetti architettonici alla Mostra Internazionale di Architettura a Milano, al Palazzo della Triennale, e nel 1992 espose i suoi dipinti a Villa Medici, sede dell’Accademia di Francia a Roma.

Nel 1993 Fiume visitò i luoghi di Gauguin in Polinesia e, in omaggio al grande maestro francese, donò un dipinto al Museo Gauguin di Papeari a Tahiti. Oltre al romanzo Viva Gioconda!, che ebbe un notevole successo di critica, Fiume pubblicò numerosi racconti, nove commedie, una tragedia e due raccolte di poesie. Nel 1988 l’Università di Palermo gli conferì la laurea ad honorem in Lettere Moderne.

Sue opere si trovano in alcuni dei più importanti musei del mondo quali i Musei Vaticani, il Museo Ermitage di S.Pietroburgo, il MoMA di New York, il Museo Puškin di Mosca e la Galleria d’Arte Moderna di Milano. Dal 1978 i Musei Vaticani ospitano una sua collezione di 33 opere, che sintetizza gran parte dei principali temi della sua produzione.

Fiume muore a Milano il 3 giugno 1997. Fra le mostre sull’opera di Salvatore Fiume tenutesi a partire dal 1997 si segnalano quella alla Galleria Artesanterasmo di Milano intitolata Le Alleanze pittoriche del ’97, l’antologica nel castello di Gualtieri, Reggio Emilia, del ’98, la mostra di ritratti Il Corpo e l’anima del ’99, sempre alla Artesanterasmo di Milano, quella del 2001 nel Comune di Canzo, dove Fiume visse dal 1946, intitolata Salvatore Fiume: Miti Ipotesi Metafore, le due esposizioni nel 2006, a Vilnius, e a Varsavia presso i rispettivi Istituti Italiani di Cultura. Del 2007-2008 è la grande retrospettiva (207 opere) alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo, per il decennale della sua scomparsa, e del 2008, quella intitolata Mito e classicità alle soglie della metafisica, presso l’Auditorium-Parco della Musica di Roma.

Dal dicembre 2010 al febbraio 2011 lo Spazio Oberdan di Milano ha ospitato la mostra Salvatore Fiume: un anticonformista del Novecento (100 opere fra dipinti, disegni e sculture). Dell’ottobre 2012 è la mostra Le Identità di Salvatore Fiume, 50 Opere Anni ’40-’90 Palazzo Pirelli, Milano. Il comune di Varese ha acquistato una sua scultura che è stata posizionata nel 2012 nella Piazza del Tribunale. Fra il 2012 e il 2013 i figli di Salvatore Fiume hanno donato undici opere di grandi dimensioni alla Regione Lombardia che le ospita nello Spazio Fiume all’interno del nuovo Palazzo Lombardia a Milano. Inoltre, una sua scultura è stata posizionata a Milano in Piazza Piemonte il 23 ottobre 2013, nel giorno in cui Fiume avrebbe compiuto 98 anni. ( fonte : sito ufficiale Salvatore Fiume)