Una via a Maria Scribano, donatrice di organi. La lettera del piccolo Dylan che le deve la vita

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“Sono qui oggi, in questa meravigliosa giornata, per testimoniare che la scomparsa della signora Maria Scribano non è stata inutile, anzi. Sono la prova vivente che la donazione degli organi è un gesto splendido di altruismo e generosità. A distanza di quasi 11 anni, siamo tutti insieme ad intitolare questa strada alla signora Maria Scribano ed io sono felice di esserci”.

Questa la conclusione della splendida lettera che Dylan Lancia ha letto ieri mattina in occasione della cerimonia di intitolazione di una via comunale in contrada Selvaggio, nei pressi di via Berlinguer, alla donna ragusana scomparsa nel 2006, donatrice di organi.

“Sono nato il 20 novembre del 2005 – scrive Dylan -. Sembrava andare tutto bene quando ad un mese e mezzo i miei genitori scoprono la mia tragica malattia, cioè si trattava del mio fegato purtroppo con una malformazione. Così a soli 50 giorni ho avuto il mio primo intervento, molto delicato. Nonostante questo io non guarì così i medici, visto la gravità della mia condizione di salute, mi inseriscono nella lista d’attesa internazionale per il trapianto. Da quel giorno sono rimasto a Palermo perché la mia vita era in pericolo, finché il 30 maggio del 2006 arriva la chiamata tanto attesa da mamma e papà, cioè era arrivato il giorno del mio trapianto. Dio aveva scelto un meraviglioso angelo per salvarmi la vita. Entrai in sala operatoria intorno alla mezzanotte e ho subito ben 10 ore di trapianto a soli 6 mesi. Quello è stato il giorno della mia rinascita. Da quel giorno sono passati 10 anni e 10 mesi e sono stato sempre bene. L’altra cosa bella della mia vita è avere conosciuto le figlie della persona che mi aveva donato il fegato, si chiamano Patrizia e Monica Massari, o meglio dire le mie sorelle”. 

Questa la storia affidataci da Dylan e la sua famiglia, con la promessa di restituirgli la lettera il prima possibile, per sensibilizzare la comunità alla donazione degli organi. Gesto nobile, come quello della famiglia di Maria Scribano che nel momento tragico ha deciso per l’espianto di cuore, reni, fegato, cornee e cute.

“Abbiamo conosciuto Monica e Patrizia grazie proprio ad un articolo del vostro quotidiano – raccontano i genitori, Fabio e Francesca -. Si parlava della tragica scomparsa di questa signora, di Ragusa ma portata d’urgenza all’ospedale Cannizzaro di Catania, della donazione del fegato arrivato all’Ismet la notte del 30 maggio. Una nostra parente conservò il trafiletto e quando siamo rientrati a casa abbiamo iniziato a cercare la famiglia. Una necessità, perché contemporaneamente alla nostra gioia da qualche parte qualcuno stava piangendo per una tragica scomparsa. Volevamo condividere tutto, cercando di portare speranza e amore. Ci siamo conosciute, adesso siamo una famiglia”.

Preferisce non intervenire la famiglia di Maria Scribano, troppa l’emozione. “Siamo certe che nostra madre ci guarda e ci protegge e che è orgogliosa di tutti noi”, sono le uniche, bellissime parole che dicono le figlie al momento dell’intitolazione, ringraziando i presenti”. 

[Fonte La Sicilia]