Un sogno lungo mezzo secolo: il 21 febbraio la dedicazione della chiesa di San Pio X

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Il 21 febbraio, alle 18,30, sarà celebrato il solenne rito di dedicazione della Chiesa di San Pio X. Dopo 52 anni dalla sua istituzione, finalmente la parrocchia avrà la sua chiesa.

Dal garage alla chiesa. Un cammino iniziato oltre cinquant’anni fa e che nel marzo del 2014 aveva vissuto una tappa storica: la posta della prima pietra per la costruzione della chiesa in viale Europa, a fianco del liceo scientifico e dell’Istituto tecnico “Fabio Besta”.

Una chiesa sorta in un terreno che il Comune diede prima in diritto di superficie e poi ha venduto ad un prezzo modesto, a testimonianza della volontà anche politica di dotare un grande quartiere della città di un luogo di aggregazione religiosa ed educativa. Era stato il vescovo, Paolo Urso, a presiedere il rito affiancato dal parroco, don Mario Pavone. La pietra era stata posta nella verticale che corrisponde a dove è stato collocato l’altare. Una scelta dal forte valore simbolico, essendo l’altare, per i cristiani, il luogo centrale della celebrazione della messa. All’interno del grosso masso un tubo metallico con una pergamena che ricorda l’evento: «Oggi, domenica 9 marzo 2014, nel centenario della morte di San Pio X e nel cinquantesimo dell’Istituzione di questa parrocchia, sotto il Pontificato dell’amatissimo papa Francesco e sotto la presidenza del vescovo di Ragusa, monsignor Paolo Urso, alla presenza delle autorità civili e di una vasta rappresentanza di fedeli, ha avuto luogo la benedizione dell’area e la posa della prima pietra». È uno stralcio del documento inserito nelle fondamenta della chiesa che, come detto, sarà pronta in due anni al massimo.

Era toccato all’architetto Antonio Buscema, incaricato della Curia diocesana per l’edilizia religiosa, indicare alcuni importanti passaggi che hanno portato a questo momento. La cessione del terreno, il finanziamento della Conferenza episcopale italiana che dà il 75 per cento delle somme (quasi 2,2 milioni di euro, mentre il resto lo mettono parrocchia e diocesi). I lavori sono stati eseguiti da una società consortile formata da tre imprese ragusane: Massari Giuseppe, Sosedil di Giuseppe Causarano e Firma Impianti di Giorgio Firrincieli. Una precisa scelta del vescovo quella di preferire ad un appalto che andasse solo ad una ditta, l’invito a più imprese a cooperare insieme. «Un modo – aveva spiegato il presule – per dare delle risposte in questo tempo di crisi, per dare la possibilità a più persone di poter lavorare dando così il necessario alle proprie famiglie». La chiesa occupa una superficie di 670 metri quadrati. Tre i professionisti che hanno elaborato il progetto: gli architetti Salvatore Salerno e Ignazio Modica e l’ingegnere Rosario Tomasi.

Don Mario accompagnerà quella celebrazione tanto attesa dal cielo, la benedirà con quel sorriso che di certo poté concedersi pochi giorni prima della sua scomparsa, il 16 marzo dello scorso anno. Nel giorno in cui ebbe ormai la definitiva certezza che era ‘fatta’: la chiesa era quasi ultimata, nessun intoppo, nessun altro problema.