Un ergastolo e tre assoluzioni il verdetto di un processo virtuale ma svolto con rito vero quello che si è celebrato nella sala consiliare di Palazzo San Domenico a distanza di 543 anni da quel tragico avvenimento che quella sentenza ha provocato.
“Processo allo Storia” è il titolo dell’incartamento che contiene i capi d’accusa dell’Eccidio degli ebrei avvenuto a Modica il 15 agosto del 1474, sul sagrato della Chiesa di Santa Maria e nel quartiere ebraico di “Cartellone”.
Sul banco degli imputati, i presunti mandanti di quell’eccidio: Frate Giovanni Da Pistoia, il Viceré Lopes Ximenes de Urrea, Padre Pietro Arimondi e Padre Giuseppe Antinori.
L’idea degli avvocati Giovanni Favaccio e Salvatore Poidomani, sviluppatasi nel programma del “Giorno della Memoria” promossa dal comune, dall’Istituto superiore “Galilei – Campailla” ad indirizzo artistico, classico e scientifico e dalla Charta delle Judeche, ha messo insieme studenti (pubblici ministeri, collegio di difesa, professori e alunni nella giuria popolare) e giudici veri.
La Corte composta dal presidente, il magistrato Vincenzo Ignaccolo, giudice penale e Andrea Reale a latere, giudice penale, entrambi del Tribunale di Ragusa. Cancelliera, la funzionaria giudiziaria, Valentina Leocata. I giudici popolari la prof.ssa Lucia Trombadore e la prof.ssa Fania Di Gabriele e gli studenti Ivan Di Rosa, Alessia Reale, Elena Caccamo e Raffaele Maltese.
L’accusa formulata dal Gup prevedeva il delitto secondo il quale i quattro in concorso al fine di distruggere in tutto o in parte un gruppo religioso (cittadini modicani di fede ebraica), mediante pubblici sermoni nonché abusando delle riverenza del popolo compivano atti diretti a cagionare la morte di 360 ebrei della contea di Modica e che ancora in concorso fra di loro, pubblicamente ed attraverso orazioni nelle pubbliche piazze, istigavano il popolo a commettere il delitto di cui al capo A. Il processo ha consumato tutte le varie fasi secondo i dettami del codice di procedura penale e con l’assistenza dei Pm della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa: Valentina Botti, Francesco Riccio e Giulia Bisello.
Un rito vero in cui i Pm (le studentesse Diletta Sarcià, Maria Antonietta Iabichino, Elena Rizza e Sofia Assenza) hanno perorato con passione e vigore le tesi accusatorie e il collegio degli avvocati (lo studente Antonino Pirrè, parte civile, Adriano Falsone e le studentesse Paola Burragato e Graziana Furnari, Giulia Vicari e Giorgia Cerruto) hanno sostenuto le ragioni della difesa in un dibattimento che ha percorso il rito del processo penale moderno e poi ovviamente quattro testimoni dell’accusa.
Alla fine la sentenza con l’unico ergastolo per Frate Giovanni da Pistoia. Il resto assolti.
“Lo scopo di questo “Processo alla storia” era quello di far conoscere alle giovani generazioni quello che accadde a Modica 543 anni e restituire dignità al popolo ebreo, commentano Giovanni Favaccio e Salvatore Poidomani e per una presa di coscienza per un eccidio che forse fu il primo Olocausto della storia”.
Cinque secoli fa vi fu un processo che pose sotto giudizio due capipopolo ed esecutori della strage. La pena comminata fu il pagamento di 7.000 fiorini che non andarono ai superstiti ma bensì nelle casse del Re.
“L’Eccidio degli Ebrei” è un momento storico importante per la città e intendiamo farne un appuntamento annuale che faremo coincidere con il giorno della strage, commenta il sindaco Ignazio Abbate, con una serie iniziative,il 15 agosto di quest’anno deporremo una lapide rievocativa a Cartellone, che possano determinare un momento culturale alto che ci possa sempre più avvicinare al popolo ebreo.”
I Giovanni da Pistoia, Frate Domenicano, ovvero un ordine che aveva in odio gli ebrei, condannato il 28 gennaio del 2017 dopo un regolare processo in un luogo che fu monastero dei Padri Domenicani.