Il Tar di Catania ha annullato i provvedimenti della Regione che ‘stoppavano’ il progetto della ditta ‘Acif Servizi’ per l’ampliamento del sito di trattamento e recupero dei rifiuti in contrada Cuturi, a Scicli.
L’impresa aveva presentato ricorso ai giudici amministrativi per chiedere sia l’annullamento del provvedimento che nei fatti bloccava il progetto sia il risarcimento danni.
Lo stop era legato ad una carenza nella ‘documentazione’. Ma il Tar rileva: “Invece di procedere tout court alla revoca (rectius, annullamento), l’Amministrazione regionale avrebbe potuto e dovuto semplicemente verificare (in contraddittorio) la possibilità di prescrizioni suppletive, ed eventualmente ordinare gli eventuali adeguamenti alla progettazione e/o alla realizzazione”.
Le spese legali dovranno essere pagate da Regione (4mila euro) e Legambiente (2mila euro).
La nota del Comune di Scicli:
Una riunione urgente di giunta si è tenuta oggi pomeriggio in Municipio a Scicli alla luce della sentenza del Tar di Catania favorevole alla ditta A.ci.F. servizi Srl, relativa all’impianto di trattamento rifiuti pericolosi e non -in variante allo strumento urbanistico-, in contrada Cuturi, nella immediata periferia della città.
L’amministrazione comunale sta vagliando tutte le procedure tecniche e gli strumenti di legge per preservare il territorio comunale da attività in contrasto con le politiche di tutela e preservazione del paesaggio.
La giunta è contraria alla realizzazione dell’impianto e metterà in campo tutte le energie e risorse amministrative per garantire la tutela della salute dei cittadini.
La sentenza dei giorni scorsi del Tribunale amministrativo etneo riguarda un primo ricorso al Tar promosso da A.Ci.F. contro la Regione Siciliana (e in cui è parte resistente anche Legambiente), e avente a riguardo il decreto assessoriale del 25 luglio 2016, con cui la Regione aveva revocato il precedente decreto di giudizio positivo di compatibilità ambientale sul progetto di ampliamento dell’attività di gestione della piattaforma di trattamento e recupero rifiuti pericolosi e non, in contrada Cuturi.
Un altro ricorso è in itinere, e attende il giudizio di merito, ed è stato promosso dal “Comitato spontaneo salute e ambiente” di Scicli, che ha raccolto al suo interno molte associazioni e singoli cittadini, e ha come richiesta l’annullamento dell’Aia, l’Autorizzazione Integrata Ambientale concessa dalla Regione il 3 marzo 2016, che contempla ben 68 prescrizioni cui la ditta A.ci.F dovrebbe ancora sottostare.
L’amministrazione crede fermamente che, grazie al prelievo del ruolo dell’udienza di questo secondo ricorso davanti al Tar, si possa registrare una sentenza che tenga conto delle esigenze di tutela della salute pubblica, alla luce della programmazione politica dell’attuale amministrazione, della vocazione del territorio e degli strumenti urbanistici comunali.
E’ di pochi mesi fa una manifestazione popolare cui hanno partecipato oltre 5 mila cittadini di Scicli, con cui la comunità, in tutte le sue articolazioni, ha detto No alla creazione di un impianto per il trattamento dei rifiuti pericolosi. Fra quanti aderirono a quella protesta ci sono gli amministratori di oggi, che, in coerenza con quanto sostenuto allora, proseguiranno ad oltranza la battaglia in difesa di Scicli.
La nota dell’onorevole Nello Dipasquale:
Già da qualche giorno siamo a conoscenza della sentenza del TAR che annulla i decreti di revoca dell’autorizzazione emessi dall’assessorato regionale al Territorio e Ambiente alla Acif per l’ampliamento del sito di trattamento e recupero di rifiuti pericolosi e non in contrada Cuturi, a Scicli.
Fermo restando il rispetto per l’operato della magistratura amministrativa, rimaniamo delle nostre convinzioni: questo percorso autorizzativo, che contiene tutta una serie di lacune, meritava la richiesta di revoca da me già avanzata da tempo e accolta dalla Regione Siciliana.
Appresa la notizia della decisione del TAR, ho già avuto la possibilità di confrontarmi sull’argomento con l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Maurizio Croce. Lunedì scorso, intanto, in Assessorato, è stata avviata una verifica da parte dei responsabili dell’ufficio competente valutare le possibili azioni a disposizione della Regione.
Il ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa, al momento, sembra la strada immediatamente percorribile.
Su questa materia, lo assicuro, l’attenzione è alta e non si lascerà nulla di intentato.