Il 13 gennaio, in occasione della Notte nazionale del Liceo Classico, dalle 18 a mezzanotte il Liceo classico di Ragusa aprirà le porte alla città.
Le alunne Emanuela Zafonte e Martina Vinci della classe III C del Liceo Classico “Umberto I” di Ragusa hanno inviato un testo che vi proponiamo integralmente:
O inattesa utilità dell’inutile
“Dalla lettura di un pezzo di vera poesia, in versi o in prosa, si può dire quello che di un sorriso diceva lo Sterne; cioè che essa aggiunge un filo alla tela brevissima della nostra vita”. Era il 1829 quando Leopardi scriveva ciò nello Zibaldone, eternando attraverso la scrittura, l’emozione che proviene dalla bellezza dell’arte e della letteratura. La bellezza: ciò che oggi tutti sembrano dimenticare o screditare a favore di ciò che è subito spendibile nel mondo del lavoro, in questa società che richiede abilità pratiche, piuttosto che teoretiche. E’ l’avanzare del nuovo a discapito dell’antico, del “classico”. Molte volte noi studenti di questo liceo veniamo scoraggiati da frasi del tipo “il greco non serve a nulla”, “davvero hai intenzione di iscriverti in lettere?”, “Non ti piacerebbe fare economia?”. E’ vero che al giorno d’oggi sono molto importanti anche le competenze tecnico-scientifiche, ma non dimentichiamo che se esse costituiscono il tronco del nostro albero del sapere, la letteratura, la storia, l’arte, la filosofia ne sono le radici. Come ha detto il premio Nobel Mario Vargas Llosa, “Un mondo senza letteratura si trasformerebbe in un mondo senza desideri né ideali, né obbedienza, un mondo di automi privati di ciò che rende umano un essere umano: la capacità di uscire da se stessi e trasformarsi in un altro, in altri, modellati dall’argilla dei nostri sogni”. La realtà è fatta anche di sentimenti, di sogni, di saperi che esulano dall’utilitarismo, perché può essere utile anche ciò che è meravigliosamente inutile.
Per indirizzare verso una riscoperta di questi valori, il Liceo Classico “Umberto I” di Ragusa ha aderito all’evento “La Notte Nazionale del Liceo Classico” che è giunto già alla terza edizione: un percorso attraverso la bellezza rivolto non solo agli studenti, ma a chiunque voglia riavvicinarsi a questo mondo, perché come sostiene Pascoli, anche negli adulti vi è sempre un “fanciullino” capace di sorprendersi di ogni cosa. Da qualche mese, studenti e insegnanti si sono prodigati alla realizzazione della serata che si svolgerà giorno 13 gennaio dalle ore 18.00 a mezzanotte presso la sede del Liceo. Sono stati organizzati gruppi d’arte, di scienze, di musica, di fotografia, di cinema, di scrittura, di teatro, di danza, e inoltre è stato allestito uno spettacolo teatrale in cui verrà messa in scena la “Divina Commedia” ed infine per gli ospiti ci sarà una degustazione.
E’ la voglia di valorizzare questo Liceo, che oggi, in un’epoca in cui tutto è asettico e sterile, dove non c’è spazio per le emozioni, in cui noi stessi siamo parte di un grande ingranaggio che non ci considera per il nostro modo di pensare e di essere, noi abbiamo scelto la condivisione di ciò che abbiamo appreso, ma anche di ciò che siamo, di ciò che qualcuno ha precedentemente condiviso con noi, ma anche dei nostri talenti e delle nostre passioni. Abbiamo scelto come tema principale di questo percorso il viaggio di Dante, che non è altro che il viaggio di tutti noi, il volo verso la conoscenza e la scoperta del proprio io. A tutti nella vita capita di sentirsi “smarriti” e di chiedersi chi siamo, cosa siamo destinati a diventare. Al contrario di quanto si possa pensare, Dante è molto vicino a noi, ed è un uomo che, come noi studenti di ogni epoca, si avvale del passato per costruire il proprio futuro. Tutti noi abbiamo qualcosa da ricavare dall’incontro coi grandi della storia, della letteratura, della filosofia. Gli uomini muoiono, ma le loro idee camminano, immortali attraverso le nostre. Non è forse una grande testimonianza della potenza umana e dell’infinito che si libera dal finito?
Il nostro Liceo infatti è per noi un trampolino di lancio perché ognuno di noi possa “liberarsi” e spiccare il volo, risvegliare le proprie passioni, coltivare le proprie ambizioni e realizzare i propri sogni. Alla fine del viaggio Dante è un uomo diverso, così come siamo diversi noi ragazzi che ci auguriamo che la strada sia lunga e piena di avventure, e che quando approderemo nella nostra piccola ma grande Itaca , ricchi di nuove conoscenze e non di tesori accumulati per strada, e saremo grati non di essere arrivati alla meta ma del viaggio che abbiamo compiuto per giungere fino ad essa. Potranno infatti giudicare “morte” queste discipline, ma in realtà proprio queste sono le cose che ci permettono di non morire dentro, e di ricordare che “ Fatti non fummo a vivere come bruti, ma per seguire virtute e canoscenza”.