Durante la notte di domenica 27 novembre un rogo causato da un corto circuito accidentale, ha distrutto il “Mulino Soprano” in contrada Cifali a Chiaramonte Gulfi.
Per chi non lo sapesse stiamo parlando di un piccolo mulino poco famoso ai più, non di quelli con dimensioni colossali, moderni, industriali che occupano migliaia di metri quadrati di superficie che svettano in alto con silos e capannoni visibili come fossero fabbriche.Stiamo parlando di un mulino ancora attivo in mezzo alla campagna come non se ne vedono più da almeno mezzo secolo. Un mulino con le macine, alimentato talvolta ancora ad acqua che attraversando varie epoche e vicissitudini esiste dal 1822 e che la famiglia Di Stefano negli ultimi vent’anni ha ripristinato ridando valore storico ed umano ad un’attività e conoscenze che sostanzialmente erano andate perdute e con esse lo stile di vita, di nutrirsi sani e di degnarsi del piacere di sapori autentici, non artificiali o chimici . Questa piccola ma preziosa realtà si è fatta parte integrante di un variegato movimento di pensiero che negli ultimi decenni mette in atto pratiche genuine di alimentazione e salute e più in generale di esistenze resistenti e libertà.
In questo tentativo di riappropriarsi della cosiddetta “sovranità alimentare” da parte delle popolazioni che vivono nei nostri territori, il “Mulino Soprano”, era diventata una concretezza vitale e imprescindibile per contadini produttori di grano, panificatori, pastai e consumatori informati e consapevoli in generale. Il “Mulino Soprano – dichiarano i proprietari- per noi tutti, amici, e operatori del settore alimentare specifico, è una realtà di scelte giuste e coraggiose… e per queste ragioni e per il senso economico di sfida che porta in sé a favore delle popolazioni dei nostri territori, deve continuare ad esistere. Noi tutti vogliamo che rinasca dalle ceneri nel più breve tempo possibile e pertanto chiediamo, a tutti coloro che si riconoscono nelle motivazioni già dette, una partecipazione di sostegno morale e materiale concreto. Non chiediamo una formale beneficenza disinteressata, bensì una motivata solidarietà attiva da parte di tutti coloro che riconoscono il valore e la forza delle scelte in favore della nostra terra, della nostra salute e del nostro cibo sacro, libero ed autentico”.
La famiglia Distefano, ha lanciato questo invito su facebook, dove tra l’altro, è possibile leggere i particolari su come intervenire per aiutare l’azienda.