L’attività investigativa, svolta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Ragusa, ha avuto inizio nel 2014 ed ha permesso di scoprire un giro affaristico legato agli indebiti rilasci di diplomi ed attestati professionali, che ha ruotato attorno ad un centro di istruzione privato con sede a Ispica e Rosolini, gestito da due coniugi.
Gli stessi, entrambi dipendenti pubblici, per poter operare – come riferito dagli inquirenti – si sono assentati ripetutamente dai rispettivi posti di lavoro, grazie alla compiacenza di medici che hanno rilasciato certificazioni per patologie inesistenti.
L’effettuazione di intercettazioni ambientali, telefoniche e telematiche, nonché di mirati servizi di appostamento, pedinamento e osservazione, hanno consentito di acclarare che gli studenti coinvolti sono risultati solo formalmente iscritti presso gli istituti paritari ove, di fatto, si sono recati in qualche saltuaria occasione per la regolarizzazione del carteggio scolastico, ovvero per la simulazione delle prove didattiche.
Nelle prove di maturità, i candidati, circa 100 l’anno, si sono recati presso gli istituti paritari siti a Licata, Canicattì ed Acireale, dove grazie alla presenza di quadri docenti compiacenti, sono stati più che agevolati nel superamento degli esami sia scritti che orali, tramite la concessione, tra l’altro, dell’uso del cellulare e delle classiche “cartucciere”.
Addirittura, nel corso dell’esame scritto di italiano, i titoli dei temi sono stati sviluppati da un pool di professori (opportunamente creato per la circostanza) e messi a disposizione degli alunni a mezzo e-mail ovvero distribuiti a cura dei membri interni.
Per quanto riguarda le verifiche periodiche svolte durante l’anno scolastico, è stato riscontrato che i docenti, per il tramite del Centro d’istruzione, hanno portato a conoscenza degli alunni i titoli dei temi di italiano i quali, dopo essere stati svolti a casa, sono stati recapitati agli istituti di riferimento per l’attribuzione delle valutazioni e l’inserimento nei rispettivi fascicoli personali.
Le prove scritte di tutte le altre materie, con la complicità del personale docente, sono state materialmente “copiate” dai diplomandi direttamente presso le sedi scolastiche, ove gli stessi, hanno ricevuto fogli con le soluzioni già indicate. È stato altresì appurato che nessuno degli alunni ha mai sostenuto interrogazioni orali, contrariamente a quanto riportato nei registri scolastici.
I Pubblici Ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio delle scuole paritarie coinvolte, dietro il pagamento di consistenti somme di denaro, apparentemente camuffate quali “rette di partecipazione” (circa €. 3.500,00 per alunno), hanno precostituito il carteggio scolastico ideologicamente falso (registri, pagelle, scrutini, crediti scolastici, esami di ammissione, ecc.) utile alla ricostruzione fittizia dell’intero percorso didattico degli alunni, dotando gli stessi di un curriculum scolastico personalizzato valido per l’ammissione agli esami di maturità.
Tale modus operandi ha reso indispensabile una successiva e palese attività investigativa che si è concretizzata attraverso l’esecuzione di perquisizioni locali, sia presso i domicili dei soggetti interessati che presso gli istituti scolastici coinvolti dove, tra l’altro, si è proceduto anche a vigilare tutte le varie fasi delle prove d’esami, scrutini compresi.
L’indagine è stata interessata da due filoni investigativi paralleli, i cui approfondimenti hanno permesso di segnalare all’A.G.:
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gravi e ripetuti casi di assenteismo da parte dei principali indagati, per effetto di certificazioni sanitarie false rilasciate da medici conniventi, attestanti infermità in tutto e/o in parte inesistenti;
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l’indebito rilascio di numerosi attestati professionali ad opera di Enti di formazione a fronte di attività corsistiche mai effettuate.
Nel corso delle perquisizioni, disposte dalla locale Procura della Repubblica, sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro probatorio ingente carteggio scolastico falso, significativa documentazione extracontabile attestante gli incassi effettivamente conseguiti dai sodali, oltre a somme di denaro contante e titoli di credito per € 511.000,00, ritenuti essere il provento delle attività delittuose.
La laboriosa disamina documentale ha permesso, altresì, di appurare che l’organizzazione a delinquere, operante sin dal 2007, ha conseguito, negli anni, introiti illeciti pari a circa € 2.100.000.
Allo scopo di assoggettare a tassazione i suddetti proventi illeciti, sono state avviate le opportune verifiche fiscali nei confronti dei soggetti coinvolti nella vicenda.
Le predette attività ispettive si sono concluse con la constatazione di violazioni in materia di Imposte Dirette per un ammontare pari ad € 1.400.000,00, Imposta sul valore aggiunto per un ammontare pari ad € 215.000,00, nonché Imposta regionale sulle attività produttive per un ammontare pari ad € 1.120.000,00.
In totale, ad oggi, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria 80 soggetti (di cui, oltre agli organizzatori, una settantina tra presidi, professori e personale di segreteria operanti tra Ispica, Rosolini, Licata, Canicattì e Acireale) per reati di truffa, falso, abuso di ufficio e rivelazione di segreti di ufficio.
L’attività investigativa svolta dalle Fiamme Gialle iblee, oltre a fare luce sulle responsabilità personali dei sodali coinvolti, ha interrotto una sistematica violazione delle norme poste a tutela del regolare conseguimento di titoli di studio, attraverso i quali in Italia è possibile accedere agli studi universitari, alle professioni e partecipare ai pubblici concorsi.