Il primo scavo è stato fatto, la prima pietra è stata posata. Adesso “La Casa di Toti” non è più solo un sogno che diventa progetto, ma un progetto che diventa opera: l’albergo etico che Muni Sigona vuole realizzare attraverso la trasformazione di una villa settecentesca in contrada San Filippo a Modica, per dare dignità e futuro a suo figlio Toti e a tutti i ragazzi “speciali” come lui. Quella che comincia a nascere oggi, con la cerimonia che è stata una grande festa per tutti coloro che da anni sostengono Muni e il suo progetto, sarà una comunità residenziale per disabili dove conciliare impresa sociale e occupazione, ribaltando il concetto di assistenza ai ragazzi, che da fruitori del servizio ne divengono, assistiti da tutor specializzati, i gestori. Grazie ad un intenso fundraising che ha trovato l’adesione di 23 imprenditori siciliani e ad un rapido superamento di tutti gli adempimenti burocratici, adesso ci sono le risorse e le autorizzazioni per avviare non solo la costruzione, ma anche la formazione finalizzata alla gestione di questo albergo etico, che è tra i progetti “adottati” da Franco Antonello e “I bambini delle fate”, anche loro presenti alla posa della prima pietra.
“Era un sogno, in meno di due anni è progetto“, ha detto Muni Sigona: “La Casa di Toti sarà una casa dove questi ragazzi potranno vivere e lavorare: così stiamo creando un’impresa nel sociale. Quello che oggi vedrete è bello ma sarà ancora più bello quando questo campo di calcio, che mi ha lasciato mio padre, diventerà il cuore pulsante del nostro albergo etico“.
Per l’occasione è arrivato a Modica Franco Antonello con suo figlio Andrea, che con la fondazione “I Bambini delle Fate” sta sostenendo ben 48 imprese nel sociale in tutta Italia, consegnando a Muni l’assegno con i primi 77.350 euro raccolti: “Io sono un imprenditore e perciò parlo ai primi 23 imprenditori grazie ai quali quest’opera si può realizzare e agli altri 23 che non ci sono ancora ma che stiamo cercando: questa sarebbe la cosa più grande da far succedere oggi. È così che lavoriamo noi. Per mio figlio Andrea sono entrato nel sociale ma più di dieci anni fa mi sono accorto che questo mondo funziona solo grazie alle donazioni e ai volontari. Abbiamo deciso che non potevamo continuare così. Per questo la nostra fondazione lavora come un’impresa e non accettiamo donazioni da nessuno, facciamo solo contratti con gli imprenditori, come i 23 che ha firmato Muni: le imprese si impegnano con un versamento mensile e noi garantiamo visibilità alla loro azione di responsabilità sociale. Muni e suo marito Michele hanno lavorato con noi con questa impostazione e questo è il risultato. Affrontiamo insieme la nostra vita con allegria: in questo mondo ci sono 99 motivi per piangere, ma noi abbiamo deciso di puntare tutto sull’unico che abbiamo per sorridere“.
Valentina Genitori dello studio Parentage, tra le prime psicologhe di Toti, ha spiegato come gestirà le risorse umane e la carta dei servizi: “Con piacere siamo al fianco di questa famiglia speciale che ha lottato con tenacia, coraggio, forza. Siamo felici che Muni abbia coinvolto il nostro studio. Sceglieremo insieme le persone adatte e i ragazzi che vivranno qui e lavoreranno nell’albergo, con il coinvolgimento delle famiglie. Faremo degli stage, in modo da essere pronti con una squadra di ragazzi e di operatori all’apertura della Casa. I ragazzi lavoreranno, dopo aver acquisito competenze spendibili in questo contesto, e poi avranno laboratori dedicati a loro, attività ricreative e sportive, come tutti i ragazzi della loro età“.
L’ingegnere Giuseppe Trovato, il progettista, ha spiegato come si svolgeranno i lavori: “Il progetto ha una sua identità precisa. La luce dovrà essere l’elemento rilevante di questa struttura, per questo ci saranno grandi spazi comuni interni ed esterni. Abbiamo lavorato alla ricerca della semplicità e funzionalità“.
Presenti anche l’Istituto De Nicola di San Giovanni La Punta, che frequenta Toti, con la preside Antonella Lupo e lo psicologo Andrea Pennisi, insieme ai compagni di classe, l’istituto alberghiero di Modica e l’Università della Terza età che devolverà al progetto il ricavato delle iniziative natalizie.
“Grazie al grande coraggio di questa famiglia accogliamo a Modica un evento sociale di grande rilevanza“, ha detto il vicesindaco di Modica Giorgio Linguanti: “Un messaggio inclusivo che ha grande valore per il territorio e verso il quale il supporto del Comune di Modica sarà sempre garantito“.