“Esiste una via d’uscita, esiste un’alternativa”. Questo l’importante messaggio lanciato dal capitano Elisabetta Spoti nel corso dell’inaugurazione dell’aula ascolto all’interno della caserma dei Carabinieri di Ragusa Ibla. “Bisogna rassicurare le vittime – ha spiegato il capitano Spoti – perché le istituzioni lavorano per tutelarle ed hanno a disposizione importanti strumenti legislativi per rendere questo percorso di cambiamento possibile”.
A disposizione dei carabinieri iblei a partire da oggi anche un’aula ascolto, grazie alla collaborazione tra il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ed il Soroptimist International nell’ambito del progetto “Una stanza tutta per sé”.
“Avere una stanza di questo tipo è importantissimo – ha aggiunto Elisabetta Spoti – perché la persona che subisce violenza ha paura di uscire fuori, prima di tutto dall’ambito familiare, che spesso è proprio quello nel quale la violenza viene perpetrata. Quindi noi carabinieri assieme ad altre istituzioni dello Stato abbiamo il compito di mettere le vittime nelle migliori condizioni possibili per affrontare questo passo. Di dare la possibilità di tutte le vittime di reato di intraprendere il percorso che le porti fuori dalle violenze subite”.
Rivendicano l’impegno costante, a fianco delle donne le rappresentanti del club service, la vice presidente nazionale Bora La Paglia e la presidente del club di Ragusa Rita Scrofani.
“Il Soroptimist è una organizzazione di professioniste – ha dichiarato Rita Scrofani – che cura sempre l’avanzamento della condizione della donna e della sua difesa. A Ragusa è la terza inaugurazione di un’aula ascolto, in linea col progetto nazionale. La prima è stata quella per la difesa dei minori e poi due aule tutte per sé, una inaugurata ad aprile ed adesso questa all’interno della caserma di Ibla”.
Ad inaugurare lo spazio anche il comandante provinciale dei Carabinieri di Ragusa Federico Reginato, il quale ha ringraziato la rappresentanza di alunni ragusani del Liceo classico, del Liceo linguistico e dell’istituto per geometri presenti. “Importante coinvolgere le generazioni più giovani per combattere la violenza sulle donne – ha esordito il comandante -. Quest’aula è stata predisposta in base a criteri che servono a rimuovere tutte quelle barriere che potrebbero aumentare il senso di disagio di una vittima di violenza che si accinge a denunciare. Arredi essenziali, leggeri, lontani dalla tipologia degli uffici. Una finestra con un panorama e, cosa molto importante, un sistema di video registrazione che ci consente di non interrompere la vittima nel racconto, per purtroppo farle ripetere alcuni passaggi poco chiari. Si tratta di accorgimenti anche piccoli, che tuttavia alleggeriscono la seconda violenza subita: quella di dover rivivere i peggiori momenti e di doverli condividere con un estraneo al momento della denuncia”.
Erano presenti l’assessore comunale Nella Disca e il vice prefetto aggiunto Rosanna Mallemi.