Il Corfilac a rischio chiusura. Si tratta di un allarme purtroppo’attuale’, alla luce della scadenza dello statuto che regola il consorzio ibleo di ricerca sulla filiera lattiero-casearia che incombe (data esatta: 30 dicembre 2016) e dei sempre più magri e sporadici finanziamenti regionali che ad ogni finanziaria hanno via via rappresentato un rebus complicatissimo da risolvere.
Un trattamento, quello di Palermo, che sembra preludere alla volontà del governo regionale staccare la spina all’ente di ricerca. Un danno enorme per il territorio ragusano e per le tante professionalità che negli anni sono cresciute all’interno del Corfilac. La vicenda sta coinvolgendo appieno l’amministrazione comunale iblea, pronta a sostenere l’appello del presidente dell’organismo, Salvatore Barbagallo, ed a chiedere il prolungamento della durata del Consorzio alla Regione.
Una lettera ufficiale in merito, firmata dal sindaco Federico Piccitto e dall’assessore Stefano Martorana, datata lo scorso 25 ottobre, è stata inviata all’assessore all’Agricoltura Antonello Cracolici. Il primo cittadino, spingendo per la prosecuzione delle attività del consorzio oltre la scadenza prevista dall’articolo 3 dello statuto, ha chiesto all’assessore regionale un incontro per “condividere le necessarie ed urgenti determinazioni da prendere in ordine alla durata del Corfilac”.
La lettera di Palazzo dell’Aquila ha anticipato anche l’appello lanciato al sindaco da Lab 2.0. Il movimento di Sonia Migliore, attraverso una nota inviata soltanto ieri, ha chiesto l’intervento del sindaco a difesa del consorzio ibleo.
Probabilmente la sempre bene informata consigliera non conosceva l’esistenza della lettera inviata ancora prima delle sollecitazioni.
Chi, invece, ‘predica’, serenità, è Pippo Digiacomo, il deputato regionale comisano. Sulla sua pagina facebook scrive: “A proposito della scadenza prossima ventura del Consorzio Corfilac, è utile chiarire che l’assessorato all’Agricoltura è già da tempo al lavoro per la riproposizione di norma e statuto per la sua rinnovazione. Quindi non pare il caso veicolare profezie allarmistiche che non hanno altro effetto se non seminare un inutile panico”.
Certo è che, essendo nota da ben vent’anni la data di scadenza, arrivare al 31 ottobre senza un briciolo di schema sul tavolo degli altri enti, pubblici e privati che sostengono il Consorzio, non è operazione rassicurante.