Turismo, un 2016 da record per presenze straniere. E i ‘posti letto’ non bastano

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Torneranno i cinema all’aperto e i riti dell’estate, le gonne molto corte…”. Forse non arriveremo al punto descritto nell’incipit del fortunato singolo “L’estate di John Wayne” che ha appena vinto il disco d’oro, prolungando il suo successo anche oltre la stagione estiva. Ma se Raphael Gualazzi ha “destagionalizzato” il suo pezzo con la godibilità della sua musica, Ragusa potrà farlo sfruttando solo l’estate allungata che fino a questi giorni regala sole e temperature vicine ai 30 gradi? E “quello che resta del sole…”?

Gli ultimi dati forniti dall’ufficio delle politiche turistiche del Libero Consorzio dei Comuni (ex Provincia), che arrivano fino ad agosto, ci dicono che si cresce rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Facile pronosticare un 2016 da record se i numeri sono questi: 64.701 gli italiani che hanno scelto la provincia di Ragusa, 307.011 mila le presenze. I turisti stranieri sono stati 29.233 per un totale 442.643 mila presenze. L’equazione è semplice: arrivano più italiani che in media pernottano per 4/5 notti mentre gli stranieri preferiscono scoprire il nostro territorio con più calma, due settimane almeno. Il dato generale ci dà un totale di 93.934 mila arrivi e 749.654 mila presenze (ogni turista rimane da noi per 8 giorni circa).

Il trend degli ultimi anni vede un costante aumento del flusso di stranieri, altalenante quello degli italiani che hanno avuto un picco di arrivo e presenze eccezionale nel 2012 (146 mila arrivi e 518 mila presenze) per poi stabilizzarsi sui 130 mila l’anno. Anche per il 2016 gli italiani potrebbero raggiungere questa soglia. È già un record il numero fino ad agosto, relativo alle presenze straniere. Cosa vuol dire questo dato? Non abbiamo la sfera magica ma a fronte di un bacino di utenza di italiani, limitato per ovvie questioni di numero di popolazione (siamo 60 milioni) si allarga il richiamo internazionale della provincia iblea che oltre ad attrarli riesce anche a portarli direttamente nel nostro territorio. L’aeroporto di Comiso ha influito sicuramente in questa crescita, non viaggia ancora a pieno regime nell’arco di tutto l’anno ma i 400mila passeggeri transitati fino a ottobre non sono bruscolini.

Bisogna aumentare i voli e le rotte, come occorre sicuramente aumentare il numero di posti letto di livello. Allargando il quadro al Distretto degli iblei (19 comuni) si contano 21 mila posti letto che tengono però conto di ogni tipo di struttura, dalla più casalinga alla più elitaria. Un obiettivo da perseguire potrebbe essere quello di uniformare la qualità degli alloggi alla fascia medio alta che è quella che ci sceglie e fa crescere il nostro turismo. L’enogastronomia può essere il traino, il modello da prendere come esempio e cui andare dietro. I beni culturali e la loro gestione devono migliorare molto: se un sabato pomeriggio di ottobre trovo il Castello di Donnafugata chiuso è un punto da migliorare. È solo un esempio preso per evitare di dilungarmi sul ramo cultura e i suoi margini inesplorati.

Il 2016 non si è ancora concluso e sicuramente lo farà coi botti (di Capodanno) magari cantando ancora Gualazzi: “Quello che resta da dire, lo diremo domattina, stasera ho voglia di cantare di gridare, di ballare in riva al mare” Ecco il mare, quello sta sempre lì al suo posto, ci fosse anche il resto intorno e per tutto l’anno.