La location è perfetta. L’auditorium Carlo Pace del teatro Naselli di Comiso ospiterà La Capinera, lavoro teatrale di e con Rosy Bonfiglio, tratto dal celeberrimo romando di Giovanni Verga.
Il 31 ottobre alle 20.30 i riflettori si accenderanno su una delle più toccanti pièces che il romanziere verista abbia mai scritto. Il tutto con una cornice fatta in pietra di Comiso ed una architettura risalente alla metà dell’800. Le luci cangianti metteranno in risalto non solo la figura femminile attanagliata dal dramma di essere una donna che ha un destino segnato già dalla tenera età, ma anche le peculiarità dell’auditorium che costituisce una delle eccellenze kasmenee. È l’occasione per godere di momenti emozionali e di una location che la città di Comiso possiede e offre agli spettatori.
“Non vorrei morire perché ho paura dell´inferno… perché amo il mio peccato”! Sono le parole che il Verga ha scritto e che ha fatto pronunciare alle delicate labbra di Maria, “la Capinera”. Una giovane rimasta orfana in tenera età e spedita a soli sette anni in un convento di Catania. Ma crescendo, Maria incontra l’amore. Il motore che muove ogni cosa. Un amore ricambiato che purtroppo la protagonista del romanzo verista del Verga, non potrà avere accanto. L’epilogo vedrà Maria tornare a Catania per prendere i voti. La struttura del racconto è costruita sullo scambio epistolare con un’amica. La Capinera che andrà in scena a Comiso il 31 ottobre, è egregiamente interpretata da Rosy Bonfiglio, che riesce a coinvolgere emotivamente il pubblico, con un black-out emotivo e fisico, una possessione, che si ripercuote su tutti i sensi. La piccola Maria ( Rosy Bonfiglio) attraversa un tunnel di sensazioni nuove con la gioia e la freschezza di una bambina e con esse la scoperta di un sentimento verso una persona del sesso opposto. Sotto una traboccante cascata di capelli rossi, che fanno tornare alla mente un altro breve racconto di Giovanni Verga, la triste storia di Rosso Malpelo, Rosy Bonfiglio è abbigliata di soli foglietti dattiloscritti che le ricoprono a malapena il corpo e alludono alla copiosa corrispondenza con l’amica, a piedi scalzi e aiutata solo dalla sua bravura e dalla sua potenza primitiva che ci conduce per mano nei tormenti dell’esistenza di questo piccolo uccellino indifeso, dal capo nero ricoperto, racchiuso in una gabbia mentre ascolta inerme il canto gli altri suoi simili, cinguettare e amoreggiare liberamente fra di loro.
La location è un’eccellenza di Comiso : l’auditorium del teatro Naselli che ha visto la sua realizzazione nel 1841. Dopo anni in cui la struttura teatrale ha versato in stato di abbandono, il teatro annesso al castello Aragonese ed intitolato ad una delle più famose famiglie spagnole che governarono Comiso , è stato riaperto il 25 novembre dell’anno 2000.
Il materiale fotografico è stato fornito da : Alessandro di Salvo, Salvo Lauretta, Marco Comitini, Spazio Naselli, Tina Romano.