Puliamo il Mondo ha fatto il ‘bis’ a Ragusa Ibla domenica 2 ottobre. L’evento, che era previsto per la domenica precedente e che era stato rinviato per le avverse condizioni meteo, ha visto come attività la pulizia dell’area esterna dell’Incubatoio di Valle presso il Mulino S. Rocco e la fruibilità di una parte del percorso di accesso alla valle del torrente S. Leonardo, quella più prossima all’incubatoio stesso.
All’iniziativa, oltre ad alcuni volontari di Legambiente Ragusa ha partecipato un attivissimo ed entusiasta gruppo di richiedenti asilo ospitati dalla cooperativa Filotea. Infatti l’edizione di Puliamo il Mondo 2016 è dedicata al tema dell’accoglienza e dell’integrazione, con l’obiettivo di “pulire il mondo dalle barriere” che frenano lo sviluppo dei diritti e la diffusione del benessere per tutti: la riappropriazione collettiva del territorio è la chiave per ricostruire le relazioni sociali, perché un mondo diverso è possibile se lo si costruisce insieme, senza barriere di alcun tipo (sociali e culturali, etniche e religiose, fisiche e mentali).
E’ evidente che l’ambiente è un bene comune di tutta l’umanità e, va ricordato, una buona percentuale di profughi dai paesi del sud del mondo sono ‘profughi ambientali’ vittime cioè dei disastri ambientali provocati dalle politiche di sviluppo dei paesi più ‘avanzati’.
L’iniziativa ha messo in evidenza una serie di criticità dell’area: innanzitutto il sentiero, pur con degli interventi positivi di messa in sicurezza posti in essere dal Comune di Ragusa, non è ancora del tutto adeguatamente ben fruibile ed esteticamente ben presentabile. Inoltre due grosse discariche di inerti e rifiuti sono site in prossimità del corso d’acqua e del potabilizzatore delle acque di Ragusa. Infine è presente una cascata dove verosimilmente (sia per la torbidità dell’acqua che per il nauseabondo odore) sono presenti reflui fognari: “un elemento di criticità per il corso d’acqua già evidenziato nella Carta Ittica circa 10 anni fa ma evidentemente non eliminato” ha dichiarato il biologo Antonino Duchi.
E’ quindi necessaria un’operazione di attenta e celere bonifica che non è certo possibile assegnare ad iniziative di puro volontariato.