Protesta delle mogli e dei familiari dei tre fratelli arrestati all’inizio di febbraio perché accusati dell’omicidio dell’agricoltore Giuseppe Dezio nelle campagne vittoriesi.
L’uomo, 65 anni, venne ucciso al termine di una lite per questioni di vicinato. Per quell’omicidio sono stati arrestati Gaetano Pepi, 69 anni, e i tre figli, Alessandro, Marco e Antonio. Sin da subito il padre ha confessato il delitto scagionando i figli, ma i magistrati non hanno creduto pienamente a quella ‘tesi’.
Per questo motivo i tre figli, insieme al padre, sono ancora rinchiusi in carcere a Ragusa. Adesso la relazione dei Ris di Messina confermerebbe la confessione di Gaetano Pepi. Come conferma il legale della famiglia, Giuseppe Lipera.
“Ormai nessun dubbio – spiega il legale – sembra residuare sull’assoluta estraneità dei fratelli Pepi (Antonino, Alessandro e Marco) in merito all’omicidio Dezio, avvenuto nelle campagne del Vittoriese. La già debole ipotesi accusatoria, infatti, è stata totalmente sconfessata dalle analisi delle tracce di sangue riscontrate sugli indumenti degli indagati. I Ris di Messina, la cui consulenza tecnica costituisce elemento decisivo ai fini delle indagini, confermano, senza margine di dubbio, che il sangue ritrovato sugli indumenti di Pepi Marco e Pepi Alessandro non appartiene al Dezio. Così come anche nessuna prova del coinvolgimento dell’altro fratello, Pepi Antonino, è emersa dalla suindicata consulenza, la quale, peraltro, non fa che confermare come Pepi Gaetano abbia sin da subito riferito l’assoluta verità: non c’è stato alcun omicidio di gruppo”. Il legale catanese ribadisce: “Gaetano Pepi non ha mai mentito: l’unico coinvolto nella tragica vicenda è lui e solo lui. I tre fratelli, pertanto, non hanno partecipato all’omicidio”.
Nella giornata di oggi i legali dei tre hanno presentato al Gip del Tribunale di Ragusa un’istanza di remissione in libertà “per l’assoluta mancanza di gravi indizi di colpevolezza”. Chiesta anche la scarcerazione per Gaetano Pepi per “le precarie condizioni di salute”.
Questa mattina, come detto, una cinquantina di persone protesta, con cartelli “Giustizia per la famiglia Pepi”. Ci sono anche diversi bambini, congiunti degli arrestati. I familiari spiegano che venerdì si sono recati in carcere a Ragusa dopo il risultato della relazione dei Ris, e ora attendono che i magistrati adottino le decisioni conseguenti, rimettendo in libertà i tre figli di Gaetano Pepi.