I seminaristi della diocesi di Ragusa fanno i ‘bagagli’ e si trasferiscono a Palermo. Il motivo? Ci sono soltanto due giovani aspiranti sacerdoti, e mantenere funzionale una struttura non è più conveniente sotto molteplici aspetti. Non solo quello pratico ed economico.
La questione principale, infatti, riguarda gli studi. I seminaristi, infatti, frequentano il corso di studi teologici per il conseguimento del Baccellierato. A Ragusa, nei locali del seminario, per anni ha operato l’Istituto teologico ibleo che ha formato decine di sacerdoti e anche laici. Da qualche anno, però, la Santa Sede non ha più concesso deroghe: la sezione distaccata dell’Istituto teologico “San Giovanni Battista”, affiliata alla Facoltà teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista” di Palermo, non può ospitare i laici, ma solo i “candidati agli ordini sacri”. Questo vuol dire che da quest’anno avrebbe avuto soltanto due studenti. Sotto il profilo pratico e pedagogico, però, non avrebbe avuto molto senso proseguire così.
E allora la decisione di sospendere le attività dell’Istituto teologico in attesa di tempi migliori, e l’invio dei due giovani seminaristi (Sebastiano Scamporrino di Comiso e Vincenzo Guastella di Ragusa) a Palermo, al seminario dell’arcidiocesi retta da monsignor Corrado Lorefice. Al seminario di Palermo abitano anche i seminaristi di altre diocesi siciliane: Cefalù, Trapani, Mazara del Vallo. Giovani aspiranti sacerdoti di altre diocesi, invece, studiano al “San Paolo” di Catania. In Sicilia, a differenza di altre regioni ecclesiastiche come quella pugliese, non esiste un seminario regionale, per questo, in casi di numeri assai limitati, i vescovi decidono di procedere come avvenuto a Ragusa da quest’anno.
Diversa la situazione fino a poco tempo fa, dal momento che i seminaristi erano sette. In primavera tre di loro sono diventati sacerdoti: il due aprile di quest’anno, infatti, il vescovo, Carmelo Cuttitta, ha ordinato presbiteri Giovanni Filesi, Giuseppe Iacono e Francesco Mallemi. Il sei maggio, lo stesso presule aveva ordinato diaconi Filippo Bella e Fabio Stracquadaini. A fronte di cinque ‘uscite’, nessun nuovo ingresso quest’anno al seminario di via Roma. Che non chiude, anche se nei fatti al momento rimane vuoto.
Il rettore, don Giuseppe Antoci, rimarrà comunque operativo, in quanto avrà il compito di seguire i due giovani, curerà i rapporti con il seminario che li ospita e con la Facoltà teologica. Si occuperà anche della fase di discernimento vocazionale di nuovi aspiranti al sacerdozio, che avverrà quindi sempre a Ragusa. E sempre a Ragusa si terranno le eventuali ordinazioni diaconali e sacerdotali. Quello che mancherà, ovviamente, è la presenza costante dei seminaristi nella vita della diocesi, perché impegnati a Palermo.
Il seminario diocesano aprì le porte nel 1954, qualche anno dopo l’istituzione della diocesi. Era vescovo di Ragusa monsignor Ettore Baranzini (che fino al 1955 fu vescovo di Siracusa e Ragusa, poi solo della diocesi aretusea) e suo vicario monsignor Francesco Pennisi, che dal 1955 (dopo la divisione definitiva delle due diocesi) divenne pastore della Chiesa ragusana. La sede di via Roma venne acquistata dall’allora parroco di San Giovanni, monsignor Carmelo Canzonieri, e destinata proprio per il seminario, mentre l’iniziale palazzo vescovile era nella non lontana via Cartia.
Monsignor Pennisi, però, volle trasferirsi accanto al seminario per stare più vicino ai futuri sacerdoti. Verso la fine degli anni ’60 fu chiuso, e i seminaristi andarono a studiare prima a Messina e poi a Napoli, al seminario interregionale per il sud. A metà degli ’70, con l’arrivo del nuovo vescovo, Angelo Rizzo, il seminario riprese a essere abitato da futuri sacerdoti. Fino a qualche settimana fa, quando è stata presa la decisione di far proseguire gli studi a Palermo ai due aspiranti presbiteri.
Due vescovi, un centinaio di sacerdoti. Numerosi giovani che hanno poi deciso di non seguire più il cammino verso il sacerdozio. In questi sessanta due anni, eccezion fatta per l’interruzione di circa un lustro, sono tantissime le vocazioni maturate in quella struttura che racchiude uno splendido giardino in pieno centro storico.
I due vescovi sono monsignor Giambattista Diquattro, nunzio apostolico in Bolivia, e monsignor Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta. E poi tanti sacerdoti partiti per le missioni. Padre Sebastiano Amato, per citarne solo uno, è ancora molto attivo in Congo; mentre i missionari Antonio Salafia (che poi lasciò il ministero sacerdotale, ma mai quello del servizio ai poveri) e padre Giovanni Tumino, sono già in cielo.
Alterni furono i numeri di nuovi sacerdoti, con una media annua di tre ordinazioni negli anni di ‘punta’, meno in quelli a seguire. Ci fu però un anno in cui le ordinazioni furono numerose: il 15 agosto del 1966 vennero ordinati ben sei sacerdoti. E proprio quest’anno hanno celebrato il cinquantesimo anniversario.
[Fonte Giornale di Sicilia]