Anche l’ultimo rappresentante ibleo a cinque cerchi, Giorgio Avola, ammaina la sua bandiera e torna a casa.
Chi si aspettava un pronto riscatto dopo la cocente delusione della prova individuale è rimasto deluso. Il fioretto azzurro si è scolorito sempre più fino a venire cancellato da Francia e Stati Uniti in semifinale e nella finalina per il bronzo. Non è corretto cercare colpevoli quando perde una squadra, troppo facile puntare il dito su questo o su quello. Ma è apparso lampante come su quattro moschettieri solo due avevano ancora voglia di lottare. Avola e Garozzo si sono battuti al meglio delle loro possibilità, hanno vinto la maggior parte dei loro assalti e avrebbero meritato ben altra sorte. Ma purtroppo per loro, e per l’Italia, i due mostri sacri Baldini e Cassarà non sono pervenuti. Per carità, ci può stare una giornata storta ma la sensazione è che due tra i migliori schermidori di tutti i tempi abbiano chiuso ingloriosamente la loro carriera in nazionale.
Cassarà è stato eliminato subito nella prova individuale e al primo assalto di semifinale contro il francese Lefort si è beccato un pesantissimo 8-2 che ha cambiato l’andamento della gara che fino a quel momento vedeva l’Italia avanti dopo le manche di Avola e Garozzo. Il Ct Cipressa ha intuito il momento “no” del carabiniere di origine siciliana e lo ha sostituito in corsa con Andrea Baldini. Il toscano però non è mai riuscito ad entrare nel match chiudendo con un umiliante 1-10. Sui social si è aperta la caccia a Baldini e Cassarà tanto che lo stesso Avola si è sentito in dovere di intervenire personalmente: “Vince la squadra e perde la squadra. Niente Cassara’, niente Baldini, niente Avola.3 Europei, 2 Mondiali e una olimpiade li ha vinti la squadra.E non è ancora finita.Tifate per noi“.
Purtroppo il tifo non è bastato. Senza storia anche la finalina di consolazione, Team Usa troppo più forte degli azzurri che pure si presentavano al via da Campioni in carica e numeri uno del ranking. E’ chiaro che Rio ha decretato la fine di un ciclo. Bisogna ripartire da quello che di buono è rimasto. Giorgio Avola e Daniele Garozzo hanno mostrato che hanno ancora molto da dare alla scherma azzurra in chiave Tokyo 2020. Accanto a loro dovranno crescere le nuove leve.