E’ stata inaugurata stamani la mostra “Tra pizzi e merletti…Storie di vita privata” presso il Castello di Donnafugata. Alla presenza dei molti turisti presenti all’ingresso del maniero, l’arch. Nuccio Iacono, ideatore, organizzatore e coordinatore dell’evento, ha illustrato l’esposizione tematica di capi pregiati provenienti dalla collezione Arezzo di Trifiletti legati alla storia del costume. Vestaglie, sottovesti, cuffie, mutande, corpetti, calze, busti e sottobusti, abiti da mattino, corredi e cassapanche, disposti sapientemente nelle varie stanze del Castello, punteggiano pezzi di vita domestica ed intima. A tagliare il nastro l’assessore comunale al Turismo Nella Disca e l’arch. Iacono. Hanno presenziato il sindaco Federico Piccitto, il prefetto Maria Carmela Librizzi, l’assessore comunale alle Risorse Economiche e Patrimoniali, Stefano Martorana.
L’allestimento tematico segue la mostra “800- Moda: vanità estetica e mutamento”, inaugurata lo scorso dicembre dall’amministrazione comunale, che ha riscosso un successo straordinario di pubblico con un incremento notevole di visitatori. “Siamo lieti di inaugurare questa seconda mostra, certi che la sua specificità sarà motivo di grande richiamo e curiosità per i visitatori – ha sottolineato il sindaco Federico Piccitto – Per noi è gratificante poter variare ed innovare l’offerta culturale del Castello di Donnafugata, potenziando così l’attrattiva di questo sito. Stiamo scoprendo via via la ricchezza ed il valore della collezione di abiti antichi ed accessori di moda Arezzo di Trifiletti acquisita dal Comune di Ragusa. E’ una mostra di notevole interesse ed invito i cittadini e visitatori a non mancare questo evento espositivo molto singolare”.
E’ il mondo invisibile del “sotto l’abito” quello che viene mostrato. “Abbiamo voluto dare una risposta alle curiosità dei numerosi visitatori che hanno visto la mostra precedente – ha affermato l’arch. Iacono – Al cospetto dei costumi ottocenteschi erano particolarmente incuriositi dalla parte invisibile dell’abbigliamento che rendeva così maestoso l’abito esposto”.
Lungo il percorso, ai supporti didascalici primari ne sono collegati altri con citazioni letterarie sull’intimità (Verga, Capuana, De Roberto, Tomasi di Lampedusa). Altri supporti informatici (Focus) mettono in evidenza alcune curiosità sulla storia degli usi e costumi del XIX secolo. Tra i pezzi più singolari della mostra uno dei corsetti esistenti più piccoli per una bambina di 4 anni, uno dei busti più grandi per nobildonna anziana, il prezioso abito da mattino della Contessa Concetta, moglie del generale Miramon (esposto nella Sala della Musica), una culla d’epoca per presentare il corredo di bambino, una sedia da parto ottocentesca con accessori, un baule da viaggio ricomposto con il corredo intimo.
A coadiuvare l’arch. Iacono nella ricerca e analisi dei costumi, nelle ricerche d’archivio, iconografiche e bibliografiche e negli allestimenti Giancarlo Tributi Silvestri, Giuseppe Cosentini, Stefano Vaccaro.
La mostra potrà essere visitata fino al prossimo mese di novembre.