Emergenza rifiuti, giornate calde in tutta la Sicilia e il territorio di Comiso non è esente. Quale la soluzione che lei potrebbe prospettare per consentire di risolvere il problema o quanto meno arginarlo?
Il Comune di Comiso si trova in qualche modo avvantaggiato, per il fatto che la raccolta differenziata porta a porta è già stata avviata ai tempi dell’amministrazione Alfano. Ricordo che il primo periodo di questa “rivoluzione” non fu facile, ma perseverando da una parte nell’opera di sensibilizzazione, e potendo contare, dall’altra, sulla disponibilità alla salvaguardia dell’ambiente da parte della maggioranza della popolazione di Comiso, alla fine del nostro mandato nel giugno del 2013 si erano raggiunte le percentuali, che, purtroppo, sono rimaste invariate, da allora al giugno del 2016. Purtroppo, perché questo testimonia quanto poco sia stato fatto per proseguire nell’opera di educazione civica del cittadino ancora renitente. Lasciare per ben tre anni intere batterie di cassonetti lungo gli assi principali della periferia della città, infatti, ha disincentivato molti, forse anche alcuni di coloro che si erano intanto abituati alla differenziata, a separare i rifiuti e ad attendere che fossero gli operatori a ritirali davanti ai rispettivi domicili. In Consiglio comunale su proposta della nostra opposizione si è poi votato un ulteriore emendamento al nuovo regolamento per la raccolta differenziata, che porta i giorni di raccolta dell’indifferenziato da tre a settimana a due: si eviterà così di far credere a quei cittadini poco avvezzi e poco inclini ai temi ambientali che il sacco nero dell’indifferenziata possa fungere da ricettacolo per qualsivoglia genere di rifiuto.
Diverse le segnalazioni giunte dal territorio di Comiso in tema di randagismo, cosa manca e a che punto si è nella risoluzione di questa annosa problematica?
Le continue interrogazioni rivolte dall’opposizione agli amministratori della giunta della città hanno sempre sortito come risposte, per la verità vaghe e poco definite nei termini concreti, “Faremo”, “Stiamo provvedendo”, “Cercheremo partner” etc. Nei fatti, interi branchi di randagi continuano a stazionare in alcuni quartieri della città, come quello dei SS. Apostoli o quello della stazione ferroviaria. Purtroppo, con l’emergenza rifiuti di queste settimane, e con l’accumularsi di sacchi di spazzatura anche nel centro della città, i branchi si sono spostati in questa direzione alla ricerca di cibo, come dimostrano numerose segnalazioni fotografiche di malcapitati cittadini, che si dicono ormai scoraggiati anche nel fare una passeggiata serale.
Aeroporto di Comiso verso quali prospettive dovrebbe andare?
L’infrastruttura più importante dell’intero Sud Est della nostra Regione, ereditata dall’amministrazione Alfano al livello di un cantiere appena abbozzato, e portata a termine grazie all’impegno appassionato del sindaco Alfano, rischia oggi di impantanarsi nel ruolo subalterno di aeroporto gregario di quello catanese. L’aeroporto di Comiso, a parte le beghe e le vicende che lo stanno interessando riguardo al rinnovo dei vertici So.A.Co. sulle quali non voglio neanche perdere tempo, necessiterebbe di un serio piano di rilancio come base non solo di alcune compagnie low cost, ma di altri aereovettori, che non pretendano di ricevere, come accade per le prime invece, un contributo per ogni passeggero che transita da Comiso: di questo passo non si potrà far altro che differire sempre più in avanti un pareggio di bilancio che la So.A.Co. vedrà materializzarsi come traguardo impossibile .
Inaugurato in questi giorni l’ufficio di informazioni turistiche all’interno dell’aeroporto di Comiso, secondo lei quale compito dovrà avere e sempre secondo lei questa è una buona strategia messa in atto dall’amministrazione Spataro?
Si tratta di un’azione, seppure molto tardiva, necessaria a far sì che i passeggeri che viaggiano da turisti non vedano Comiso solo come lo scalo a cui giungere per essere subito trasportati a visitare i luoghi limitrofi, forse più famosi e appetibili grazie all’esposizione mediatica ottenuta per mezzo della fiction de ‘Il Commissario Montalbano’. Comiso possiede monumenti e documenti storico-archeologici degni di menzione; di conseguenza, ben venga l’attivazione dello sportello di informazioni turistiche (peraltro avviato con il contributo fattivo di altri comuni vicini) presso la nostra aerostazione.
Argomento a piacere, come a scuola dato che lei è una docente, su un argomento che le sta particolarmente a cuore e che secondo lei è sostanzialmente trascurato nella sua comunità.
Ho l’impressione che in questi ultimi tre anni la mia città viva in uno stato di trascuratezza eccessiva e colpevole da parte di chi amministra, pertanto, le opere necessarie e i sogni da realizzare sarebbero tanti, forse troppi per non risultare utopici. Ma cerchiamo di iniziare da quelli di primaria importanza. Di recente, in Consiglio comunale, è stato presentato il prossimo programma di opere pubbliche da avviare nella nostra città. Il piano prevede un’accensione di mutui, cioè di debiti, con la Cassa Depositi e Prestiti dello Stato pari a circa cinque milioni di euro. Gravissimo è il fatto che non un solo progetto sia stato avviato da questa amministrazione grazie a finanziamenti europei, ma ancora più grave è che questi cinque milioni di debiti non vedono tra le priorità la messa in sicurezza-rifacimento della via Papa Giovanni XXIII. Questa via nevralgica per il traffico della nostra città, sulla quale è prospiciente anche un istituto scolastico di Istruzione Primaria, la scuola “Edmondo De Amicis”, diventa durante la pioggia un vero e proprio alveo di fiume in piena. Alla furia dell’acqua così incanalata hanno già pagato un pesante tributo i concittadini che hanno visto danneggiati immobili ed automobili, ma abbiamo pagato un tributo ancora più esoso allorché abbiamo dovuto piangere la tragica scomparsa di nostri concittadini trascinati ed annegati dalla violenza dell’acqua. Ecco il mio sogno: avviare dei progetti, anche suddividendo l’opera di enorme portata anche finanziaria in più stralci, che rendano sicura quella via e che le restituiscano anche dignità estetica, ora che le basole che la ricoprono sono in più parti divelte o addirittura distrutte.