Una manifestazione molto partecipata per onorare la memoria del giudice Borsellino e gli uomini della sua scorta a cui oltre a tanti giovani, hanno partecipato il Prefetto di Ragusa dr.ssa Maria Carmela Librizzi, il sindaco Federico Piccitto, il presidente del consiglio Comunale Antonio Tringali, gli assessori comunali Stefano Martorana e Nella Disca.
Presente alla manifestazione anche il giudice di Cassazione Bruno Giordano.
Sull’importante evento si registra la dichiarazione del presidente del Consiglio Comunale Antonio Tringali che di seguito si riporta:
“Credo che ciascuno di noi abbia contribuito per consentire a questo evento di crescere e far crescere. Abbiamo bisogno di momenti di confronto per non dimenticare chi ha pagato con il prezzo della vita la sete di giustizia e di verità per dire no alla mafia, quella delle stragi, quella che si insinua nelle sane attività economiche e commerciali, quella che trama alle spalle, quella che destabilizza e fa precipitare nella via del non ritorno.
Un grazie di cuore, oltre che alle associazioni che si sono spese per l’organizzazione dell’iniziativa, va anche agli studenti del Liceo Scientifico Enrico Fermi di Ragusa, che hanno realizzato un filmato, ieri proiettato, intitolato ‘Noi siamo Sicilia’, premiato nei mesi scorsi dalla Fondazione Falcone come migliore lavoro regionale”.
Molto forte l’intervento di Riccardo Crinò, presidente della Consulta provinciale studentesca:
“E’ con una bella notizia che vi do il saluto questa sera a nome mio e della consulta provinciale studentesca. Nei giorni scorsi, insieme ad altri membri della consulta, siamo stati a Roma per una visita agli uffici del Ministero della Pubblica Istruzione. In questa circostanza abbiamo ricevuto conferma del fatto che, dal prossimo anno, il 23 maggio, in occasione della commemorazione della strage di Capaci, avremo a disposizione, gratuitamente, dei bus per raggiungere Palermo dove, da ogni parte d’Italia, i nostri coetanei s’incontrano ogni anno.
Una ricorrenza che si fa memoria nel senso più autentico. A Palermo, così come qui, questa sera, noi giovani e meno giovani vogliamo innanzitutto richiamare alla memoria, personale e collettiva, ciò che è accaduto 24 anni fa. Tanti di noi non eravamo neppure nati, ma quei fatti li custodiamo nella memoria. Sì, perché la storia, la testimonianza e il sacrificio di Paolo Borsellino, di Giovanni Falcone, delle donne e degli uomini che hanno creduto nei valori della giustizia e della legalità, costituiscono il nostro patrimonio culturale e sociale. Nomi e volti che segnano il terreno comune sul quale la nostra generazione muove i propri passi nel percorso di crescita umana, culturale e professionale.
Siamo qui, oggi, perché alcune persone hanno tracciato la strada: a loro va il nostro pensiero, con riconoscenza e ammirazione. Siamo la generazione che non ha conosciuto Falcone e Borsellino, ma che sta raccogliendo i frutti di quella stagione di coraggiosa lotta alla mafia. Noi, studenti di tutta Italia e della nostra provincia in particolare, avvertiamo chiara la responsabilità di proseguire in un cammino che non ammette passi indietro.
La radicalità, che i grandi riconoscono in noi giovani, c’impone di non tacere neppure quando star zitti può essere la via più facile. In un mondo che ci appare sempre più contraddittorio e complesso, in una società, come quella italiana, in cui la corruzione e il malaffare cambiano etichetta senza perdere efficacia e spudoratezza, in questo contesto sociale ed economico che quotidianamente sottrae dignità e speranza soprattutto ai giovani, noi vogliamo tenere la barra dritta sui passi di Paolo, Giovanni, don Pino.
A chi ci obietta che il nostro ricordo rischia di diventare una pura commemorazione, noi giovani rispondiamo con chiarezza e convinzione: seguiamo queste orme perché abbiamo sperimentato, nel nostro quotidiano, che questa è una buona strada. Ci mettiamo su quei passi perché abbiamo chiara la consapevolezza dell’obiettivo. Proseguiamo nel cammino perché non ci accontentiamo del solo ricordo: vogliamo costruire il nostro futuro inserendolo in questo cammino che nessuno potrà più fermare. In questo proposito poniamo tutti i nostri sforzi e la nostra sete di pienezza.
Da voi adulti, che ci precedete in questo cammino, esigiamo, (permettetemi l’accorato appello) il coraggio di scelte all’altezza di uomini e donne che avvertono la responsabilità di lasciare questo nostro territorio più bello, più ricco, più giusto di come l’hanno trovato”.