Tipi da spiaggia

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Quelle (sì, soprattutto quelle) che guardate quianc quanto so’ fotomodella. Ma non guardatemi troppo, eh, che fa caldo e mi sento appiccicare. Ma neanche così poco, dai! Ho sudato un anno in palestra per questo fisichino. Guardatemi un po’ è un po’. Una via di mezzo, dai: fissatemi ma senza esagerare, sennò mi cola il trucco, ok? Su, da bravi, datemi soddisfazione.

Quelli che (con spiccato accento nordico) vanno avanti e indietro, sul bagnasciuga, il cellulare in viva voce e urlano. “Ciao, ‪#‎comevalìinufficio‬? Chiamavo così, per sentire… Come? Mi senti poco? Sarà il vento, sono ‪#‎inspiaggia‬… Qui? Relax assoluto, mare blu, ma troooooppo caldo ‪#‎Unparadisomanoncivivrei‬. E voi: si sgobba? E il capo chedicechefarompe? Cosa? La sua mail? Certo che l’ho vista… Manochenonrispondo! Sono-in-vacanza-io! Lo sentì il mare? ‪#‎Timandounselfieokkei‬?, ciaociaociaociao…”

Quelli che corrono a piedi nudi o con le scarpette (che non ho mai capito cosa sia meglio, in spiaggia). E avanti e indietro: Sampieri-Fornace Penna. E ritorno. Una, due, cinque volte. Ma dove cazzo vanno così di fretta?

Quelli (giovani soprattutto) che cominciano a limonare duro in spiaggia e poi vanno a strusciarsi in acqua. E amoreggiano come non ci fosse un domani (e non solo per la ‪#‎GiornataMondialeDelBacio‬). E mentre lei: “Ciccio toccami, ca mamma nun c’è, mamma Ciccio mi tocca”, lui (povero) va a raffreddare i bollori e a nascondere imbarazzanti gonfiori là, dove l’acqua è più blu.

Quelli che adesso ti facciamo vedere noi come si gioca a tamburelli… ma no, niente racchettoni: troppo moderni, troppo Ibiza, troppo da turisti. A noi piace la tradizione: pensa che lo zio del mio prozio ha battuto tutte le spiagge da Messina in giù, con i tamburelli. E ha pure trovato moglie. Ma no che non ti diamo fastidio, dai. No, non giochiamo sulla battigia, che poi la palla si perde ‘ammare. Ci mettiamo dietro, verso le dune. Che al massimo la palla finisce tra una pagina e l’altra del libro che, sceccu ca si’, ti sei portato da leggere qui, in spiaggia, davanti a questo mare e sotto questo sole…

Quelli che a leggere (di solito la Gazzetta), si mettono coi piedi a mollo. E non si capacitano e si lamentano se un’onda malandrina o un bambino birichino schizzano schiuma sulle pagine di calciomercato del loro giornale.

Quelli che con nonchalance (che invidia) portano in giro la tinta bi-gusto: busto e gambe chiare, braccia e piedi scuri. E quelli che (come me) se ne stanno in riva al mare con la magliettina ancora addosso. Mica per moda, eh, ma solo per non mostrare il pallore congenito di uomo del nord e i rotolini da sedentario.

Poi, per fortuna, c’è anche Aldo, del Circo Paniko: ha girato il mondo, sa come si bacia il vento e come si sparge l’arte dell’equilibrio. E celebra così la bellezza sussurrata, gratuita e senza tempo della più bella spiaggia dell’Isola: Sampieri.