Nuove nomine per la diocesi di Noto. Il vescovo: “Mobilità del clero una priorità”

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Il Vescovo di Noto, mons. Antonio Staglianò, con la lettera indirizzata ai presbiteri, ai diaconi, ai religiosi, alle religiose e a tutti i fedeli laici, pone l’accento sulla figura del parroco moderatore e sulle comunità di parrocchie, per un cammino sempre più sinergico e missionario della nostra Chiesa locale. Vengono altresì formalizzate unitariamente le nomine per il nuovo anno pastorale 2016/17. 

Ecco alcuni punti della lettera del vescovo:  

“Pensando al nuovo anno pastorale, ho voluto provvedere già entro la fine di Giugno – come fanno ormai in tantissime diocesi italiane – alle nuove nomine. I presbiteri avranno così la possibilità di risolvere entro l’estate le questioni “logistiche” legate agli spostamenti, ma anche quelle “spirituali e umane” ben comprensibili in ogni distacco affettivo, com’è giusto che sia in ogni parrocchia, famiglia di tante famiglie.

E’ giusto che i nostri fedeli laici vengano opportunamente istruiti sul fatto che tutti i sacerdoti, compiuti i 75 anni, danno le dimissioni dal ministero pastorale di parroco ed esprimono la disponibilità al vescovo di essere destinati ad altre mansioni pastorali, mettendosi al servizio per le confessioni, la direzione spirituale, la visita agli ammalati e l’aiuto ai poveri, la predicazione o quant’altro il vescovo chieda, sgravati dalle incombenze amministrative e giuridiche del “governo” della parrocchia. E’ ciò che Papa Francesco ha chiesto ai vescovi nell’ultima assemblea della CEI nel maggio scorso, ricordando che quanto vale per i sacerdoti, vale anche per i vescovi.

E’ giusto anche che i fedeli laici vengano opportunamente istruiti sul fatto che la mobilità del clero è una priorità pastorale per dinamizzare la missione, l’evangelizzazione, nella libertà del cuore, fondamento della condizione celibataria del sacerdote, tutto donato alla Chiesa: non possediamo niente, perché tutto è della Chiesa e di Gesù, perciò siamo liberi di spostarci in qualsiasi parrocchia della Diocesi per servire il Signore, pur dentro le fatiche inevitabili, ma sempre con gioia.

Ricordo poi la mia insistenza sul portare l’Eucaristia nella vita, come pure ad accettare la fatica di una comunione più ampia attraverso le “comunità di parrocchie”. L’istituzione delle “comunità di parrocchie” (lo ricordo a chi ha la memoria corta) è stato il bel frutto di un cammino sinodale che ha coinvolto per anni l’intero popolo di Dio, in particolare i presbiteri e tutti gli organismi di partecipazione ecclesiale…

C’è allora molto bisogno delle “comunità di parrocchie”, proprio per evitare che l’evangelizzazione si fossilizzi nel recinto parrocchiale e non sappia trovare le strade giuste per “uscire” verso pascoli più ampi, come invece vorremmo fare nel progettare per la nostra Diocesi una “Evangelizzazione itinerante” che impegni soprattutto le Aggregazioni laicali e l’Ordine diaconale. D’altronde l’Evangelii gaudium di Papa Francesco offre tutte le istruzioni del caso.

Sia detto con chiarezza e solennità: le comunità di parrocchie salveranno le nostre parrocchie dall’autoreferenzialità e dalla burocratizzazione. Esse non sostituiscono la parrocchia, ma la completano: la parrocchia cura la dimensione “domestica” e coltiva le “cose essenziali della fede”; la “comunità di parrocchie” s’impegna nel rapporto con il territorio per problemi trasversali.

Perciò, esorto i sacerdoti tutti a superare ogni difficoltà e a non stancarsi nel portare avanti il cantiere delle comunità di parrocchie: è questa la base per una rinnovata “spiritualità di comunione” – fulcro centrale di ogni riforma della vita del clero, volta a superare la minaccia esistenziale della solitudine del prete – e di un nuovo sinergismo pastorale, capace di manifestare e dare testimonianza alla comunione del Presbiterio, unito al vescovo.

Questa comunione, meglio visibilizzata – non nell’ostentazione, ma nella conversione a forme di vita comune -, è già in atto evangelizzazione nuova e anche “Evangelizzazione itinerante”: a questo serve la figura del “parroco moderatore”, ben spiegata nei numeri 16 e 17 della mia quinta Lettera ai presbiteri, “Ferito dall’Amore”.

Annuncio la costituzione di un Ufficio diocesano dedicato al tema della “Fragilità” che verrà diretto da don Fortunato di Noto, cui ho dato il compito di studiare l’ultimo motu proprio del Papa “Come una madre amorevole” per costruire – a partire da lì – un possibile statuto del nuovo Ufficio”.

Ecco le nomine per l’anno 2016/2017

POZZALLO:
Sac. Paolo Catinello, vicario parrocchiale nella comunità di Parrocchie Santa

Maria di Portosalvo – San Paolo Apostolo.

SCICLI:

Sac. Davide Lutri, vicario parrocchiale Parrocchia SS. Salvatore (Jungi).

ROSOLINI:

Sac. Giovanni Roccasalvo, vicario parrocchiale nella comunità di Parrocchie Chiesa Madre San Giuseppe – SS. Crocifisso.

NOTO:

Sac. Luigi Vizzini, parroco moderatore nella comunità di Parrocchie San Corrado nella Cattedrale, Madonna del Carmine, Santa Maria alla Rotonda, San G. Battista alle Anime Sante.

Sac. Francesco Ingegneri, parroco in solido nella comunità di Parrocchie San Corrado nella Cattedrale, Madonna del Carmine, Santa Maria alla Rotonda, S. G. Battista alle anime sante.

Sac. Manlio Savarino, vice rettore del Seminario Vescovile, direttore Centro Diocesano Vocazioni.

Sac. Giuseppe Di Rosa, amm. parrocchiale Parrocchia San Guglielmo – Calabernardo.

AVOLA:
Sac. Rosario Sultana, Parroco in solido nella comunità di Parrocchie Chiesa

Madre San Sebastiano, San Giovanni Battista, Santa Maria di Gesù.

PACHINO:
Sac. Giovanni Di Luca, vicario parrocchiale nella comunità di Parrocchie San

Giuseppe, Madonna di Pompei, SS. Angeli, SS. Pietro e Paolo

MODICA:
Sac. Stefano A. Modica, parroco moderatore nella comunità di Parrocchie

Sant’Anna, SS. Salvatore, Madonna delle Grazie.
Sac. Giuseppe Di Stefano, vicario parrocchiale Parrocchia Sacro Cuore.