Un’azienda zootecnica in territorio di Modica è stata posta sotto sequestro dalla polizia locale. Nel corso dei servizi di controllo del territorio, una pattuglia ha accertato delle irregolarità evidenti all’interno dell’area aziendale per cui il Comando ha predisposto un sopralluogo congiunto tra Sezione Viabilità, Polizia Giudiziaria e veterinari dell’Asp 7. Al proprietario, G.B., 59 anni, veniva chiesta l’esibizione di tutte le autorizzazioni necessarie per condurre l’azienda zootecnica e ne produceva solo alcune.
Da più approfonditi controlli emergeva che due vitelli si trovavano rinchiusi in un cortile adiacente e su pavimentazione in cemento, gli affluenti della vicina stalla erano indirizzati verso la “bocca” di un pozzo trivellato, confinante, tra l’altro, con una concimaia.
Una seconda concimaia si presentava con il percolato che s’infiltrava in un terreno adibito a colture di vari ortaggi e, comunque, nel raggio di circa venti metri dal pozzo. L’uomo non è stato in grado di fornire alcuna certificazione riguardante l’autorizzazione per il pozzo e per la concimaia. Gli uomini della polizia locale procedevano, successivamente, a visionare i fascicoli inerenti l’area che il proprietario aveva ereditato dal padre, deceduto, e da questi emergevano varie violazioni alle norme tecniche imposte dalla Regione Sicilia e in particolare non era stata effettuata la preventiva comunicazione al sindaco per l’utilizzazione agronomica degli affluenti dell’allevamento, aveva effettuato lo stoccaggio del letame e dei liquami fuori dall’apposita vasca di raccolta.
Le indagini hanno consentito di stabilire che già nel 1993 il Genio Civile di Ragusa aveva comunicato all’Ufficiale Sanitario di Modica che i liquami ricadenti in tale pozzo creavano grave pericolo di infiltrazione nella falda acquifera come da prove traccianti effettuate. E’ stato, inoltre, accertato che il pozzo veniva utilizzato dall’interessato e dai propri familiari per prelevare acqua per il fabbisogno domestico e per l’irrigazione di alcune colture. Per questi motivi è stato deferito alla Procura della Repubblica di Ragusa per i reati regolati dal testo unico in materia ambientale e sanzionato, oltremodo, con multa di 12 mila euro.