Da Ragusa agli States: il viaggio missionario di padre Daniele, nel luogo che gli ha ridonato la vita

113
Foto tratta dal profilo Facebook di Daniele Criscione

Ordinato sacerdote il 6 aprile del 2013 nella cattedrale san Giovanni Battista di Ragusa, padre Daniele Criscione presto andrà in missione negli Stati Uniti. Le tanto attese destinazioni per i padri del Pime sono state rese note lo scorso 15 maggio.
Non avrei mai pensato che sarebbe stata quella la mia destinazione, ma è un posto a cui sono molto riconoscente”.
Un legame profondo unisce Daniele agli States, un collegamento che lo riporta a un momento importante della sua vita.

Ma facciamo un passo indietro.

Daniele viene ordinato sacerdote tre anni fa, ma la sua vocazione risale all’estate del 2003.
Ero in Zambia e stavo andando insieme a suor Piera a portare dei medicinali ai malati di Aids di un villaggio. Ho ancora viva l’immagine di suor Piera che cammina in mezzo alla savana, con la sicurezza di chi ha trovato la propria strada. È stato lì che ho scelto la mia vita!

Al rientro dalla Zambia, Daniele decide infatti di iniziare il suo percorso in seminario.

Durante quegli anni di studio e formazione ho però capito che la mia missione non era di rimanere ‘chiuso’ in una parrocchia, ma nel cuore avvertivo forte il desiderio e la necessità di fare qualcosa di diverso”.

E cosi nel 2009, finiti gli studi, Daniele viene accolto nel Seminario teologico del Pime di Monza. Da subito ha l’opportunità di inserirsi nelle attività di animazione missionaria che il Pime propone ai giovani.
Nel 2011, il primo ottobre, viene ordinato diacono nel Duomo di Milano. Un giorno molto felice per don Daniele, ma appena tre settimane dopo, il ricovero in una Clinica ematologica. La diagnosi non promette nulla di buono: leucemia mieloide acuta. Bisognava trovare subito un donatore. A Natale, dopo il terzo ciclo di chemio, giunge una chiamata dalla clinica: da Los Angeles, la “città degli angeli”, una persona, una donna di 49 anni, è disposta a donare delle cellule staminali del suo midollo. Così, il 2 di febbraio un piccolo gesto gratuito gli ha ridonato la vita.

Appena in tempo! – racconta Daniele – se trascorrevano anche solo altri 6 mesi, quella donna non sarebbe stata più idonea alla donazione, poiché il limite di età è fissato ai 50 anni”.

Una malattia che avrebbe cambiato la vita di tutti e anche per Daniele è stato così. “Quel male mi ha permesso di leggermi dentro come uomo, come sacerdote e come missionario”.

E così nasce in lui volontà di fare esperienza all’Hospice di Borgonovo Val Tidone in provincia di Piacenza. Una struttura pubblica in cui vengono assistiti i malati terminali. “Lì ho tenuto un corso di formazione per l’equipe. Spiegavo come accompagnare queste persone nella loro ultima tappa della vita terrena e anche come lasciarsi accompagnare. Diciamo che la malattia ha dato anche un senso diverso al significato di missione”.

E ora Daniele è pronto per questa nuova ‘sfida’, per questa chiamata che ha come destinazione gli Stati Uniti, a partire dal 31 maggio 2017. Una meta per lui inaspettata.

“In molti abbiamo una visione di questo Paese un po’ distorta. Vediamo gli States come una grande potenza mondiale e invece anche lì c’è bisogno di aiuto. Sono tante le storie di povertà e sofferenza che i nostri confratelli che risiedono ad Harlem, ad esempio, ci raccontano. E io sono felice e onorato di poter andare a dare il mio umile contributo“.

Una meta che sembra volerlo ricondurre al luogo che gli ha ridonato la vita.
Una nuova tappa, durante la quale potrà portare avanti il suo mandato per far giungere “il Vangelo fino agli estremi confini della terra”.

I confini però non sono solo geografici – conclude – ma anche dell’animo e del cuore, in quella parte di ognuno che sta ancora aspettando di conoscere Gesù”.