L’incidenza è, su scala mondiale, del cinque per cento. Un numero che raddoppia in età scolare. Questo vuol dire che un bambino o un ragazzo su dieci ha disturbi specifici dell’apprendimento.
La dislessia in alcuni casi non viene neppure ‘segnalata’, per un senso di vergogna oppure perché i ‘segnali’ sono borderline, e non si capisce bene di cosa si tratti.
Francesco Riva ha 22 anni, e sulla dislessia ha realizzato una rappresentazione teatrale unica nel suo genere. ‘Dislessia… Dove sei Albert?’ è un monologo scritto e interpretato da lui stesso, in giro per l’Italia. E’ tradotto anche inglese, ‘pronto’ a varcare i confini nazionali.
Il 12 maggio, a Ragusa, l’unica tappa siciliana di uno spettacolo intelligente, ironico: in una parola, umanissimo. “Più che delle battaglie, che pure facciamo da anni, in campo legislativo, e anche i convegni medico-scientifici – spiega Gabriella Del Magro, a fianco a Francesco ormai da dieci anni -, lo spettacolo ha un obiettivo ben preciso: mostrare ai ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento che non sono diversi. Usano solo sistemi diversi per l’apprendimento, è una varietà che arricchisce. Francesco ha scritto e porta in scena questo spettacolo non con lo spirito quasi di uno sconfitto. Tutto il contrario, Francesco lo fa da vincitore. E’ bello il messaggio che viene fuori proprio perché positivo”.
Francesco fa parte di quel dieci per cento di giovani che hanno scoperto di avere questi disturbi. Il ventiduenne di Fiesole, milanese d’adozione, è dislessico, disgrafico e discalculico: disturbi del neuro sviluppo che riguardano la capacità di leggere scrivere e calcolare in modo corretto e fluente. Di questo ‘disturbo’ ha fatto un punto di forza per la sua vita personale e professionale.
Nel monologo, racconta le vicende di Giacomo, un bambino che non apprende con i “bambini normali”. Un piccolo incompreso, in famiglia e a scuola. E’ lo stesso Francesco a spiegare com’è nata l’idea. “Negli ultimi mesi di accademia teatrale il mio insegnante chiese a tutti i suoi allievi di scrivere un monologo. La scelta della tematica per la rilevanza sociale, e perché mi riguarda da vicino”. Un’idea che piacque a Giacomo Stella, uno dei massimi esperti di dislessia in Italia. “Quando ero piccolo – spiega Francesco – mi sentivo stupido: è quello che ti viene da pensare quando non capisci le cose che fanno gli altri. E allora questo lavoro ha anche una connotazione quasi di riscatto”.
La rappresentazione fa toccare con ‘mano’ la situazione dei bambini dislessici. E mostra le difficoltà che incontra quotidianamente. “Faccio parlare un insegnante – spiega Francesco – con un grammelot, con un linguaggio cioè fatto di suoni e parole privi di significato in un discorso. Questo prova a spiegare come, quando a un bambino dislessico si danno delle istruzioni in modo troppo rapido e complesso, si comincino a udire suoni indistinti e incomprensibili piuttosto che frasi con senso compiuto”.
Tramite l’associazione ‘Formamente’, con cui collaborano un’insegnante, una psicologa e due pedagogiste, è stato contattato Francesco. “Un’iniziativa – spiega la maestra Marcella Marino – che ha ottenuto un’ampia condivisione: Ufficio scolastico provinciale, Lions Club Host e Ragusa Monti Iblei”. Lo spettacolo andrà in scena alle 19, al Teatro Don Bosco.
Per informazioni e prenotazioni: Agenzia Rossana, 338 7410889.
[Fonte Giornale di Sicilia]