Ei fu. Il 5 maggio segna lo spartiacque dell’era a cinque stelle a Palazzo dell’Aquila. Con un maxi emendamento firmato dai capigruppo di M5s e Pd, nonché dal leader dei consiglieri aderenti al movimento Insieme, il Consiglio comunale ha stravolto il Piano di spesa 2016 della Tassa di soggiorno. Valore: 490 mila euro. Un’alleanza trasversale che rappresenta la sfiducia politica non solo dell’assessore Stefano Martorana (il firmatario dell’atto) ma dell’intera amministrazione.
Unici tra i pentastellati ad opporsi ad una linea quantomeno ambigua, Dario Fornaro e Salvatore Dipasquale, il quale ha dichiarato: “Con questo emendamento si decide di modificare profondamente un atto presentatoci dall’amministrazione, per questo voterò negativamente. In quest’Aula si vede tanta ipocrisia, io a questi patti non ci sto”.
“Nessuna nuova maggioranza – ha spiegato Maurizio Tumino – solo una soluzione condivisa fatta esclusivamente per il bene della città. Noi siamo fermamente contro l’amministrazione Piccitto che oggi viene di fatto sfiduciata dall’Aula”. Ed ancora, il renziano Mario Chiavola: “Un patto di responsabilità per esitare un Piano di spesa responsabile, che guardi alle esigenze della collettività iblea. Alle amministrative non ho votato Iacono e non ho votato Piccitto. Io sono l’opposizione, più chiaro di così”.
“Visto che parliamo di voti – ha replicato con amarezza Giovanni Iacono, ex alleato dei Cinque stelle – io ho votato Iacono. E poi ho votato Piccitto, per non votare Nello Dipasquale. Non credevo certo che avrei ritrovato lo stesso Dipasquale al posto di Piccitto”.
E se in Aula volano accuse di inciuci, nati con l’elezione di Antonio Tringali, scrollano le spalle i Cinque stelle, parlando di una soluzione che semplicemente migliora l’atto dell’amministrazione.