I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e sanità (NAS) di Ragusa hanno condotto negli ultimi giorni diversi controlli presso aziende che si occupano di preparazione e/o somministrazione di alimenti.
Il primo ad essere controllato e sanzionato un pozzallese cinquantaquattrenne, titolare di un bar in quel centro. All’atto del controllo aveva nell’esercizio commerciale venti chilogrammi di alimenti mal conservati. È stato quindi denunciato alla Procura della Repubblica iblea per la violazione penale delle disposizioni del testo unico su alimenti e bevande per il reato di detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione.
Anche un bar-forno nel capoluogo è stato controllato con esiti poco felici. Il noto esercizio commerciale, gestito da una sessantenne ragusana, ha presentato diverse irregolarità. In particolare, nel deposito/magazzino, peraltro assente dalla planimetria della registrazione sanitaria, è stata riscontrata l’assenza di areazione e illuminazione naturali, la carenza nella sicurezza per avere il soffitto di altezza inferiore a 190 centimetri, nonché infine la carenza di condizioni igienico-sanitarie con scrostature dell’intonaco, macchie di umido e pavimento danneggiato.
Analoga situazione nel laboratorio e panificazione con pavimento rotto in più punti, macchie di umido e vecchie ragnatele. Addirittura nel laboratorio è stato successivamente innalzato un muro per creare una stanza ove lavorare il pane. Stanza non indicata nelle planimetrie. Infine violazioni dell’HACCP (il protocollo di analisi dei pericoli e dei punti critici di controllo), con la mancata indicazione delle pulizie settimanali e mensili.
La situazione è stata con urgenza segnalata all’Autorità sanitaria, il sindaco di Ragusa, al fine di valutarne l’opportuna ordinanza di chiusura.
L’ultimo controllo svolto con esiti spiacevoli, a una ditta di autotrasporti di sostanze alimentari. Il controllo, svolto d’intesa coi medici dell’ASP7, ha permesso di scoprire che l’amministratore e un autotrasportatore avevano sostituito il latte contenuto in una cisterna, già sottoposto a sequestro poiché positivo alla ricerca di sostanze inibenti (farmaci quali antibiotici e sulfamidici, nocivi non solo per la salute del consumatore, ma anche ai fini della flora lattica utile della caseificazione), rimuovendone i sigilli, con altrettanti litri di latte “pulito”. I due, un ragusano cinquantenne e un nisseno quarantacinquenne, sono stati denunciati alla procura della Repubblica iblea per i reati di violazione dei sigilli e alienazione di cose sottoposte a sequestro penale.