“Stavo attento alla dieta, non fumavo né bevevo. Facevo palestra con impegno. Ero un donatore Avis modello: ogni controllo sempre perfetto. Insomma, mi sentivo invincibile. Fino a quando, a seguito di quella che sarebbe stata la mia ultima donazione di sangue, i medici mi riscontrarono valori anomali. Da lì a poco ero all’ospedale Ferrarotto di Catania per combattere la leucemia”.
Inizia così la storia che Claudio Cannì assiduamente ha condiviso con gli studenti ragusani. Circa 2000 i giovani incontrati negli ultimi mesi, nel corso di una lunga serie di appuntamenti per sensibilizzare alla donazione di sangue e di midollo.
“La mia testimonianza di vita – spiega Claudio – a servizio degli altri, perché ogni nuovo donatore rappresenta una speranza per qualcuno nel mondo. Io quella speranza l’ho vista diventare realtà, grazie a Francesca. Molti invece non hanno avuto la mia stessa fortuna. Ricorderò per sempre quei volti, come quello di un ragazzo 23enne ricoverato nella stanza accanto alla mia”.
Claudio dopo una prima serie di cure e cicli di chemio era ritornato alla normalità, coi valori che sembravano promettere bene. “Dopo 17 mesi purtroppo ho avuto una ricaduta, ed è iniziata la ricerca del donatore compatibile assieme alla chemioterapia. Una probabilità di successo sconfortante, ripeto sempre che è stato come vincere al Superenalotto”.
Nell’albo mondiale c’erano due ragazzi al 90 percento compatibili con me. Nei vari step è stata scelta Francesca, che ha donato il suo midollo il 19 novembre del 2014. Il giorno dopo ho ricevuto la trasfusione e, solamente grazie a lei ed al suo gesto verso un anonimo malato, sono rinato”. Claudio ha conosciuto la sua donatrice grazie alla ricerca sui social. “Una mia amica ha collegato me a Francesca da un post di un gruppo di donatori di midollo su Facebook. Lei scriveva di un fratello genetico siciliano. Ero io. Dopo la donazione le ho scritto un messaggio e lei mi ha risposto con parole che, per la prima volta da quando ho saputo di avere la leucemia, mi hanno fatto piangere. Da quel momento ci teniamo in contatto. Questo Natale è persino venuta a trovarmi. Una bellissima sorpresa”.
Claudio sottolinea come sia stato immensamente importante ricevere in dono sia il sangue che ovviamente il midollo. “Io, che ero donatore Avis, ho provato un senso di profonda gratitudine nei confronti delle tante persone che col loro dono mi tenevano in vita. Ho provato grande stupore quando Francesca mi ha detto che con la sua donazione si è sentita rinascere. Come se il gesto che ha fatto nei miei confronti le avesse cambiato per sempre la vita. Pensa che al primo anno dopo il trapianto di midollo, mentre io festeggiavo coi medici del Ferrarotto di Catania, lei si è fatta un tatuaggio col mio nome”.
“Adesso la mia vita è cambiata – aggiunge Claudio – ho capito che nessuno è invincibile. Con l’aiuto degli altri però si può riuscire a sconfiggere anche le battaglie più dure. Una donazione del sangue e del midollo fa rivivere qualcun altro”.
Queste le considerazioni che Claudio ha condiviso coi più giovani, per sensibilizzare i futuri donatori di sangue e midollo. “I ragazzi che ho incontrato nelle scuole iblee mi hanno stupito per l’attenzione riservatami – ha sottolineato – e per la capacità di ascolto. L’Avis mi conferma che dopo ogni mio incontro arrivavano puntuali le telefonate per chiedere ulteriori informazioni su come diventare donatore”. Gli appuntamenti negli istituti superiori riprenderanno a settembre con la Ragioneria di Ragusa.
“Io non mi fermo però – ha concluso Claudio – il prossimo 30 aprile a Vittoria è previsto un convegno voluto dal Lions club sulla donazione di midollo con il mio grande professor Francesco Di Raimondo, ematologo del Ferrarotto di Catania”.