Gli accertamenti sono partiti monitorando alcuni siti internet, spesso utilizzati come bacheche di annunci a sfondo sessuale, su cui le donne dedite all’attività di meretricio pubblicizzano le loro prestazioni ai potenziali clienti in cerca di “avventure”.
Proprio svolgendo tale attività di monitoraggio i militari hanno accertato che alcuni dei numeri indicati in tali siti, come quelli da contattare per concordare gli appuntamenti durante i quali consumare rapporti sessuali a pagamento, erano in uso a delle giovani donne di nazionalità rumena che venivano localizzate a Marina di Ragusa. A questo punto però era necessario individuare l’abitazione ove tali donne esercitavano la loro attività di meretricio, tra l’altro pubblicizzata in maniera evidente sul sito internet, con tanto di fotografie che non lasciavano alcun dubbio sulla finalità degli incontri. Per tale motivo, con un espediente, i militari contattavano l’utenza telefonica indicata sul sito, riuscendo a farsi dire l’esatta ubicazione dell’abitazione in questione, presso la quale venivano subito predisposti degli specifici servizi di osservazione discreta, per stabilire con certezza l’attività che vi si svolgeva.
Proprio tali servizi, nell’arco di poche ore, davano i risultati attesi, in quanto veniva notato un continuo andirivieni di persone che si recavano nella casa in questione, trattenendosi per poco tempo, ossia giusto il tempo di consumare un veloce rapporto sessuale.
Dopo aver quindi monitorato tali movimenti, ai Carabinieri non restava altro da fare che accedere in tale abitazione, ove verificavano la presenza di due giovani ragazze di nazionalità rumena, che erano le stesse riprodotte sulle fotografie che si trovavano sul sito di annunci on-line su cui pubblicizzavano la loro attività di meretricio e da cui erano partiti gli accertamenti. Oltre alle ragazze, inoltre, i militari rinvenivano pure tutto l’occorrente per svolgere l’attività di prostituzione, quali centinaia di preservativi e attrezzi vari per consumare rapporti sessuali diversi dal solito.
L’abitazione in questione, invece, risultava di proprietà di un pensionato ragusano di anni 80, che forse aveva pensato di arrotondare i guadagni della sua pensione, affittando l’abitazione di sua proprietà alle due giovani donne, che la utilizzavano per esercitare la loro attività di prostituzione.
Il pensionato veniva quindi denunciato in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria di Ragusa per favoreggiamento della prostituzione, avendo consentito che una sua abitazione venisse adibita allo svolgimento di tale attività e le due donne, che risultavano regolarmente dimoranti sul territorio nazionale, venivano allontanate dalla casa in questione, su cui venivano apposti i sigilli per evitare che venisse nuovamente adibita a “casa di piacere” e affidata allo stesso proprietario.
L’attività odierna è il frutto delle continue attività di controllo del territorio, svolte su disposizione del Comando Provinciale Carabinieri, e che comprendono il monitoraggio di qualunque forma d’illecito che può essere perpetrata, comprese quelle legate alla sempre lucrosa attività della prostituzione.